Renzi al Quirinale in Smart, dopo le voci sulla staffetta: faccia a faccia di 2 ore con Napolitano

Lunedì 10 Febbraio 2014
Renzi al Quirinale in Smart, dopo le voci sulla staffetta: faccia a faccia di 2 ore con Napolitano
Dopo le tante voci sulla staffetta il segretario del Pd va da Giorgio Napolitano. E si ferma due ore al Quirinale per un faccia a faccia con cena. Il segretario del Pd Matteo Renzi è salito al Colle con una Smart per riferire al presidente della Repubblica sull'attuale situazione politica. I temi sono ovviamente quelli legati alla legge elettorale e più in generale sulla tenuta del governo guidato da Enrico Letta.



Alla vigilia dunque di una settimana decisiva, dove le sorti del governo si intrecciano con l'avvio, domani, del voto sulla legge elettorale, Matteo Renzi sale al Quirinale per un faccia a faccia con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Un colloquio delicatissimo che precede l'incontro tra il Capo dello Stato ed il premier Enrico Letta per rilanciare l'azione del governo, in difficoltà per le tensioni tra partiti e per una difficile comunicazione tra premier e leader Pd. Napolitano ha voluto capire direttamente dal segretario dem quanto sia profonda la distanza tra il Pd e l'attuale governo.



«Hanno discusso di quali scenari sono possibili per il governo», racconta il renziano Matteo Richetti. La stella polare del Capo dello Stato, spiegano fonti parlamentari, resta la stabilità dell'esecutivo come condizione per proseguire il rilancio dell'economia. E portare in porto legge elettorale e riforme istituzionali, che grazie al leader Pd, come riconosce anche Napolitano, hanno ricevuto uno sprint decisivo. E alla riuscita delle riforme, e non a prendere le redini del governo, Renzi assicura di essere interessato. «Nessuno di noi ha chiesto di andare a prendere il governo e noi questo governo lo abbiamo sempre sostenuto, come dimostrano i voti in Aula», è la posizione del leader Pd convinto che in questo momento spetti a Letta, e non a lui, dire che cosa vuole fare e come proseguire nell'azione di governo. Ma non è un mistero che da più parti, non solo dalla politica, sia in corso un pressing sul segretario Pd perchè prenda, al posto di Letta, le redini di un nuovo governo che abbia il 2018 come orizzonte.



Il leader Pd conosce bene i rischi di questa operazione, che ricorda la staffetta Prodi-D'Alema nel 1998, e derubrica l'ipotesi come terzo schema di gioco possibile, anche dopo le elezioni anticipate, preferendo invece che il premier vada avanti, come previsto, per altri 8 mesi. Ma, sostiene il rottamatore, «una svolta è necessaria» perchè l'azione del governo è poco incisiva e alla lunga il Pd rischia, già alle prossime elezioni europee, di pagarne lo scotto alle urne. Il punto per il leader Pd è che un rilancio dell'esecutivo non si può limitare ad una trattativa dentro la maggioranza sulle caselle del governo. Ad un rilancio del genere Renzi crede poco: «Letta è il premier e lui deve decidere chi va e chi non va bene: un ministro, due ministri, ma non è una lista della spesa». Se il rottamatore aspetta Letta, la minoranza Pd chiede di mettere fine al gioco delle parti tra segretario e premier: oggi Gianni Cuperlo ha incontrato il premier Enrico Letta e gli ha chiesto di accelerare un chiarimento dentro maggioranza e Pd, ribadendo la necessità di «un governo forte». Il presidente del Consiglio, d'altra parte, ha assicurato, negli incontri e nei contatti avuti oggi, una ripartenza a breve, annunciando entro giovedì un'iniziativa «forte».
Ultimo aggiornamento: 11 Febbraio, 12:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA