Maltauro, grandi appalti e ricavi per 450 milioni

Venerdì 9 Maggio 2014
Il padre Adone si considerava un muratore vestito a festa. L'unico figlio maschio Enrico, 58 anni, laurea in economia aziendale a Venezia, cravatta e giacca invece li considerava quasi una divisa. Sobria, niente ostentazioni, nessun atteggiamento da vip, per carità. L'imprenditore vicentino arrestato ieri e dimesso dagli incarichi, dominus del gruppo delle costruzioni da 450 milioni di ricavi nel 2013, la morsa della giustizia l'aveva già sperimentata ai tempi della Mani Pulite milanese (appalti per Malpensa) e veneta, quando patteggiò nell'ambito dell'inchiesta sulle tangenti per la terza corsia dell'autostrada Serenissima che vide imputati anche l'allora "doge" della politica veneta Carlo Bernini (Dc), l'ex ministro Giovanni Prandini e il cugino Giuseppe Maltauro (porta il nome del nonno capostipite), che si fece 90 giorni di carcere per l'accusa di aver versato mezzo miliardo di lire all'entourage di Bernini per vincere l'appalto d'asfalto. Altri tempi. Oggi al centro delle inchieste della magistratura ci sono gli appalti per l'Expo 2015 (grande affare anche per l'altra grande impresa di costruzioni veneta, la padovana Mantovani).
Sono passati vent'anni, Maltauro è cresciuta dai 281 miliardi di lire di fine anni '80 (quando aveva anche una partecipazione di Montedison). Ma sembra ieri, almeno a giudicare dai nomi implicati in quest'ultima "retata" da colletti bianchi. Nel mirino dei magistrati milanesi sono finiti anche Primo Greganti (l'ex compagno G) e Gianstefano Frigerio (ex Dc).
Il gruppo vicentino delle costruzioni nel 2013 ha realizzato ricavi per 450 milioni contro i 466 del 2012 (-3,5%). L'utile netto è stato pari a 3,2 milioni, raddoppiato. Il portafoglio lavori è pari a 2,8 miliardi, da realizzare per il 60% in Italia e per il 40% all'estero. «La Maltauro - sosteneva il presidente Gianfranco Simonetto - prevede un forte incremento dei lavori all'estero, con un radicamento nei Paesi del Golfo e nei Paesi produttori di petrolio e gas (anche africani). L'obiettivo dei 527 milioni di fatturato nel 2014 è pienamente raggiungibile». Sarà. Di certo di strada e strade - Enrico Maltauro ha anche promosso un libro fotografico sugli otto chilometri realizzati in anni di lavoro sull'autostrada A1 tra Bologna e Firenze - ne hanno fatte tante dal 1921, anno di costituzione della Giuseppe Maltauro. Il boom nel dopoguerra con la ricostruzione del Duomo e della Basilica Palladiana, nel 1955 arrivò la costruzione del villaggio per i militari americani a Vicenza. La Maltauro allora aveva stretti legami con la Dc, ma anche coraggio di esplorare nuovi mercati come la Libia, dove con Gheddafi imperante fece grandi e buoni affari. In Veneto ha recentemente vinto l'appalto da oltre 200 milioni della nuova strada regionale numero 10 meglio conosciuta come Padana Inferiore, realizzato i nuovi padiglioni della Fiera di Vicenza e sta lavorando al nuovo tribunale. È nei lavori per l'alta velocità Milano-Brescia, fa parte di un consorzio a cui è stato affidato definitivamente un lotto della Pedemontana Lombarda (commessa in consorzio da 1,7 miliardi). A capo del gruppo c'è la Maltauro Partecipazioni di Vicenza, costituita nel 1986, che detiene la maggioranza dell'Impresa Costruzioni Giuseppe Maltauro, a sua volta al controllo della Basalti di Verona (cave), di Sipe (prefabbricati), Ecoveneta-Integra (ecologia) e Consorzio Stabile Infrastrutture. Una diversificazione iniziata più di vent'anni fa. Ma sembra ieri.
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