Il vescovo: «Cortina non si scandalizzi
L'evasione fiscale c'era, è stata scoperta»

Sabato 7 Gennaio 2012
Monsignor Beniamino Pizziol (Attualità)
BELLUNO - A Cortina d’Ampezzo nessuno deve scandalizzarsi per i controlli dell’Agenzia delle entrate. Specie se vanno a buon fine, come in questo caso. Monsignor Beniamino Pizziol, vescovo di Vicenza e amministratore apostolico di Venezia, non capisce «cosa ci sia di disdicevole se questi controlli a campione vengono estesi a località turistiche importanti come Cortina. Dove mi risulta che siano state riscontrate numerose irregolarità».



Mentre infuria la polemica, con il Pdl che chiede la testa del capo dell’Agenzia, Attilio Befera, "mandante" del blitz ampezzano del 30 dicembre, anche la chiesa si schiera. Accanto alla legalità, come ha spiegato monsignor Pizziol a margine di un incontro in carcere a Venezia: «Una cosa è riflettere insieme sull’entità della pressione fiscale, un’altra cercare giustificazioni dirette o indirette al fenomeno dell’evasione. Tanto più che, se anomalie non ci fossero state, la cosa si sarebbe conclusa lì».



E, invece, le stranezze c’erano davvero. Addirittura qualcosa di miracoloso, con incassi addirittura quadruplicati in negozi di beni di lusso e triplicati in un ristorante: è bastata la presenza degli 007 del Fisco. Che a Cortina hanno pure smascherato proprietari di fuoriserie con redditi da 30mila euro l’anno e che, parola di Befera, ripeteranno le verifiche in altre località turistiche, a seconda della stagione.



A Jesolo, comunque, fanno spallucce: «Da noi i controlli dell'Agenzia ci sono già stati e senza grossi problemi», dice il sindaco Francesco Calzavara. Così pure non teme ripercussioni sul fronte dell'immagine dell'Italia il sindaco di Venezia Giorgio Orsoni, che però critica la spettacolarizzazione dell'iniziativa. E se i controlli si estendessero davvero ad altre località? «Niente da temere», dice Giorgio D'Alia, sindaco di Portofino: «I controlli sono routine, si possono fare in modo più o meno spettacolare, ma è ovvio che si facciano».



Ma non la pensa così il centrodestra. Leghisti e pidiellini, ex alleati oggi divisi sul sostegno al governo Monti, si ritrovano dalla stessa parte della barricata nel criticare i metodi spicci seguiti per stanare i "furbetti del Suv" nella Perla delle Dolomiti. La Lega ne fa soprattutto una questione geografica: i rappresentanti del Carroccio vedono un «accanimento contro il Veneto e il nord» e invitano a controllare il sud. Tanto che il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, ieri ha risposto al governatore Luca Zaia, che «con le sue parole rischia di giustificare l’evasione».



Il Pdl alza il tiro e se la prende con il regista del blitz di Cortina: il direttore Attilio Befera, finito sul banco degli imputati non solo per aver progettato l'operazione di fine anno ma anche per essere andato in televisione, nella trasmissione de La7 "Piazzapulita" a polemizzare con Silvio Berlusconi e la sua «allergia» alle tasse. Nel Pdl sostengono che il fisco usa metodi da «stato di polizia» (Maurizio Lupi) o da «stato strozzino» (Osvaldo Napoli). E secondo il capogruppo Fabrizio Cicchitto, Befera si comporta ormai come «un leader politico» che «conduce una campagna politica» usando «strumenti assai invasivi». Daniela Santanché ne chiede la testa, Guido Crosetto vuole una commissione di inchiesta in Parlamento sui poteri di Equitalia.



Intanto, il centrosinistra difende la lotta all'evasione condotta sotto l'impulso di Monti: per il responsabile economia del Pd Stefano Fassina l'attacco di Cicchitto contro Befera è «irresponsabile», per l'Idv il governo non deve alleggerire la pressione sugli evasori, mentre l'Udc Antonio De Poli sottolinea che «chi paga le tasse non ha nulla da temere» dai blitz.



E a Cortina il sindaco Andrea Franceschi continua a chiedere tutti i dati della verifica compiuta, «per difendere l'onorabilità dei nostri concittadini e dei nostri turisti».
Ultimo aggiornamento: 11 Gennaio, 17:10 © RIPRODUZIONE RISERVATA