La Asl di Benevento come un bancomat, De Girolamo: «Vittima di un complotto, mai abusato del mio ruolo»

Venerdì 17 Gennaio 2014
La Asl di Benevento come un bancomat, De Girolamo: «Vittima di un complotto, mai abusato del mio ruolo»
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Mai violata la legge e la Costituzione. Il ministro dell’Agricoltura Nunzia De Girolamo risponde in Palamento e fornisce la sua verit sul contenuto delle registrazioni dei suoi colloqui con i vertici della Asl di benevento.

«Mai e poi mai il mio nome è coinvolto nella truffa alla Asl di Benevento che riguarda altre persone, una delle quali ha costruito un dossier contro di me frutto di un complotto ai miei danni», ha sottolineato il ministro alla Camera.

Prima un vertice con Alfano. De Girolamo ha parlato fitto per diversi minuti con il vicepremier Angelino Alfano prima del suo intervento nell'Aula di Montecitorio per rispondere all'interrogazione sulla vicenda della Asl di Benevento. Tra i banchi del Pd dall'inizio della seduta il marito della parlamentare, Francesco Boccia.

«Vengo qui con spirito di grande serenità», ha detto il ministro. «La mia vita di politico, di persona e di donna è stata travolta da un linciaggio e un accanimento senza precedenti». «Vengo con determinazione a spiegare i motivi per cui mai e poi mai ho abusato del mio ruolo di deputato e mai ho violato la Costituzione». «Il mio riserbo dei primi giorni era dettato dal rispetto per il lavoro magistratura».

«Questa vicenda è kafkiana, a leggere i giornali sembra che sia io ad essere sotto inchiesta ma la realtà è diversa, io non sono indagata, indagato è Pisapia e l'intercettazione è abusiva», ha detto De Girolamo.

Nelle carte sulla vicenda Asl si parla di «pericolosità dei soggetti coinvolti, di capacità e attitudine delinquenziale», in particolare dello «spessore delinquenziale di Pisapia», ha aggiunto De Girolamo. «L'impalcatura dello Stato democratico sovvertita da manovratori occulti».

Riguardo le irunioni nella sua abitazione, il ministro ha sostenuto che in quel periodo doveva allattare la figlia e affrontare una patologia post-partum, durante le quali venivano affrontati vari casi, perché «era mio diritto-dovere segnalare questioni e trovarne la soluzione».

L'appello del ministro all'Aula. De Girolamo ha sottolineato nel suo intervento alla Camera che l'inchiesta nella quale è stata coinvolta parte da una attività illecita di intercettazione. Intercettazioni, sottolinea, che riguardano anche aspetti e considerazioni di carattere privato che sono state rese pubbliche. Da qui l'appello al Parlamento a dare un giudizio di carattere etico su ciò.

Il bar dello zio. «Se mi pento per espressioni colorite usate in un contesto privato, non mi pento di aver aiutato gente che chiedeva ad alta voce maggiore assistenza sanitaria». «In una terra devastata dalla camorra - ha continuato De Girolamo - dalle ruberie e dalla convivenza con i clan da parte di anime belle che oggi si indignano per le parolacce di un ministro, desta scandalo che un deputato abbia chiesto informazioni sul bar dello zio. Semplici informazioni, nessuna pressione: il dirigente dell'ospedale Fatebenefratelli, che è privato, ha detto di non aver avuto pressioni da me».

Le mozzarelle. «Non ho mai fatto alcuna telefonata per annullare sanzioni, e mai mi sono interessata alla vicenda delle mozzarelle di Benevento», ha detto ancora il ministro.

Le raccomandazioni. «Non ho mai indicato dirigenti medici o professionisti da nominare. Chi dice ciò non è informato o peggio in malafede». «Mi è stato chiesto, anche da persone autorevoli, di intervenire per amici, mogli, compagni fratelli. Ho sempre detto no e oggi mi fanno pagare anche questo».

L'accusa a Pisapia. «Non esiste nessun direttorio politico-partitico» e «il signor Pisapia è venuto a casa mia con un registratore per provocare una discussione da utilizzare successivamente per coprire la sua attività delinquenziale», ha affermato ancora De Girolamo.

Aula semideserta. Pochi i deputati che alla Camera hanno seguito la replica del ministro De Girolamo. Al momento dell'avvio del dibattito si contavano una cinquantina di deputati. Durante l'intervento del ministro, Angelino Alfano ha lasciato l'Aula della Camera. Il suo posto accanto a De Girolamo, è stato preso preso dal ministro Gaetano Quagliariello.

La protesta in aula. «Agricoltura, no grazie. Mi occupo di bar e altro»: è la scritta, fatta con un evidenziatore verde su un grande foglio, che Franco Bordo di Sel ha esposto nell'Aula della Camera non appena il ministro per le Politiche agricole Nuncia De Girolamo ha iniziato a rispondere all'interpellanza del Pd che la riguarda. La vicepresidente Marina Sereni ha chiesto di rimuovere il cartello, che il deputato ha ripiegato dopo averlo mostrato a cronisti ed obiettivi in tribuna.

Ultimo aggiornamento: 18 Gennaio, 09:14 © RIPRODUZIONE RISERVATA