Popolare, settembre caldo: sindacati
e consumatori affilano le lame

Giovedì 3 Settembre 2015 di Roberto Cervellin
Nel 2016 la Banca popolare di Vicenza diventerà una società per azioni
VICENZA - "Ascoltare, agire, premiare". La Banca popolare di Vicenza sotto la lente d'ingrandimento degli oltre 5 mila dipendenti. Dopo l'altolà di Fisac-Cgil, First-Cisl e Fabi, per il rischio di 150 esuberi - si parla anche della chiusura di 75 filiali - scendono in campo i rappresentanti della Uilca.



Nel mirino i dati del primo semestre - chiuso con una perdita di 1 miliardo e 53 milioni - che stanno preoccupando non poco personale e risparmiatori. "Chiediamo al nuovo management un cambio di passo - ammonisce la Uilca -. Sui dipendenti non deve ricadere alcuna responsabilità". Per il sindacato è opportuno incontrare al più presto i vertici dell'istituto per parlare del futuro della banca, di premi e riconoscimenti "in modo da ripartire con più serenità".



Dure anche le altre categorie sindacali, pronte a dare battaglia sulla "cura dimagrante" che potrebbe essere messa nero su bianco nel piano industriale di fine mese. "Nessuno sconto e nessun mandato in bianco", avvertono. Nel frattempo l'attivista vicentino dei Cinque Stelle Giordano Lain - che ha presentato un esposto in procura per fare chiarezza sulle procedure di finanziamento e sulla recente sottoscrizione di azioni seguita da un'improvvisa svalutazione - assieme ai senatori grillini Enrico Cappelletti e Gianni Girotto invita gli azionisti a fare attenzione. "Nella semestrale 2015 - ricorda - è stata creata una riserva indisponibile per la banca di poco meno di 1 miliardo per rimborsare i soci che hanno ottenuto prestiti a fronte dell'acquisto di azioni della banca".



Ma le grane non sono finite. L'Unione nazionale dei consumatori ha presentato alla procura di Roma una denuncia querela per tutelare un risparmiatore vittima appunto della svalutazione. Il consiglio di amministrazione, intanto, ha annunciato un rafforzamento patrimoniale attraverso prestiti di 200 milioni e un aumento di capitale di 1,5 miliardi in vista della trasformazione in società per azioni, della quotazione in borsa e del concomitante addio del presidente Gianni Zonin. Banca d'Italia e Bce, del resto, sono state categoriche: servono robuste iniezioni di capitale.
Ultimo aggiornamento: 18:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA