Bambino di 25 giorni in crisi respiratoria
salvato in un ospedale da campo

Mercoledì 17 Novembre 2010
Bambini nella valle del Gulistan
HERAT (17 novembre) - Il primo settembre 2010 la Task Force South East, a guida 7 reggimento alpini, ha assunto la responsabilit di una vasta area, mai presidiata in precedenza da militari italiani, comprendente i distretti di Bakwa, del Golestan e del Pur Chaman. Area ove insisteva la presenza di reparti dei Marines e dell’esercito georgiano.



I militari della Julia, con il supporto di personale del 2° reggimento Genio Guastatori di Trento, del 7° reggimento trasmissioni di Sacile prima e del 232° reggimento trasmissioni di Avellino ora, si sono insediati con una serie di operazioni militari di ampio respiro in tre basi, una a Bakwa e due nel distretto del Golestan nella regione dell’area di responsabilità italiana che confina con l’Helmand.



I compiti principali della Task Force, comandata dal Col. Paolo Sfarra, non si discostano da quelli delle altre forze della coalizione e constano nel fornire di concerto con le autorità locali a creare sicurezza, contribuire alla ricostruzione del paese e favorire lo sviluppo della governabilità ed il consenso della popolazione nei confronti delle autorità locali. Compiti comuni ai soldati ISAF ma qui espletati in un ambiente operativo particolarmente rischioso e in evoluzione. Gli uomini e le donne della quarta Task-Force (circa 500) del Regional Command West si impegnano quotidianamente nell’adempiere ai compiti sicuramente impegnativi assegnati dal Comando di ISAF.



Nei primi mesi di missione sono state svolte oltre 50 attività esterne in un ambito operativo particolarmente impegnativo, dalle più semplici ma importanti visite nei villaggi circostanti le basi italiane, alle operazioni più complesse che spesso vedono i nostri alpini di scorta ai convogli logistici della durata di svariati giorni.



Una di queste delicate attività è costata la vita di quattro nostri alpini ed il ferimento di un quinto. Numerose inoltre sono state le attività in favore della popolazione locale che vanno dalle attività Medcap, dove gli i medici della Task Force prestano assistenza a uomini donne e soprattutto bambini (circa 300 sono i casi ad oggi trattati), allo sviluppo di progetti più complessi ma di impatto immediato sule condizioni di vita degli abitanti quale la ristrutturazione di scuole o la realizzazione di opere idriche.



Ogni operazione ha i suoi specifici ricordi ma ciò che gli alpini sicuramente si porteranno nel cuore sono le immagini dell’operazione che ha contribuito a salvaguardare la vita di un neonato. Oltre tre ore è durata infatti la rianimazione di un bimbo portato all’ingresso della nostra Fob in grave crisi respiratoria. Tre ore, la perizia dei medici e le attrezzature sanitarie campali hanno permesso di rianimare un neonato di soli 25 giorni.



Il miglioramento delle condizioni vita passa anche attraverso le infrastrutture e gli alpini del genio, forti della loro tradizione, impegnati in Afghanistan primariamente nella lotta contro gli ordigni esplosivi, si sono rimboccati le maniche e, con la ghiaiatura della piazza e della strada principale del villaggio, hanno tolto la polvere dalle strade di Qala i Khuna.

Le indubbie difficoltà quotidiane non fermano gli uomini della South East che continuano ad operare in un complesso contesto operativo caratterizzato da estrema asprezza ambientale e da una reale e presente minaccia.



Isaf - Regional Command West
Ultimo aggiornamento: 2 Gennaio, 09:08 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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