Assalti in villa con la tortura: quattro arresti

Mercoledì 16 Aprile 2014
Stavano pianificando rapine a mano armata ad un ristoratore cinese di Sant'Angelo di Piove di Sacco, ad un rappresentante orafo di Padova e ad un orefice di Fossò (Venezia). Per ottenere il massimo del guadagno dalle singole attività criminali erano disposti a tutto. Anche a sparare, a legare le vittime e a torturarle. Dopo le intercettazioni choc acquisite dai militari, è cominciato un servizio no stop a tutela delle vittime. Bisognava chiudere l'indagine, ma allo stesso tempo evitare che qualcuno si facesse male.
Così, mentre i banditi pedinavano le vittime, i carabinieri in qualsiasi momento del giorno e della notte tutelavano i possibili bersagli con servizi di controllo a distanza di sicurezza. Un dispendio di energie e di materiale umano coordinato dal comandante della Compagnia di Piove di Sacco, capitano Enrico Zampolli che ha visto coinvolti decine di carabinieri. Dopo aver raccolto a loro carico prove schiaccianti, coordinati dal pubblico ministero Benedetto Roberti, ieri mattina i carabinieri hanno notificato l'ordinanza di custodia cautelare in carcere a quattro individui. Si tratta di Cristofalo Cianciolo, detto "Cristian", 39 anni, nativo di Enna, ma residente a Piove di Sacco in via Borsellino 1/7; Manuel Fiorin detto "piccolo", 21 anni, residente ad Arzergrande in via Bassa 69/2; Floriano Molena, detto "il zoppo", 64 anni, residente a Piove di Sacco in via Villa 31; Morgan Onichini, 34 anni, residente a Piove di Sacco in via Tagliamento 17. Ad alcune delle azioni criminali avrebbero partecipato anche due cittadini albanesi che al momento sono latitanti.
Specializzati in reati contro il patrimonio, gli arrestati sono accusati di aver commesso undici furti tra il 14 dicembre 2013 e il 14 febbraio 2014. Otto di questi sul territorio padovano, tra Piove di Sacco e Agna, due in provincia di Rovigo nel comune di San Bellino e uno a Fossò (Venezia). Il 18 febbraio la banda ha anche tentato di rapinare un trentaquattrenne di Casalserugo. Quest'ultimo è stato sorpreso nel giardino della sua abitazione e minacciato con un cacciavite alla gola. Ma alla fine i banditi sono fuggiti a mani vuote. Tre i reati di ricettazione che vengono contestati legati al possesso non giustificato di cinque auto rubate e la disponibilità di chiavi di una Porsche 911 e una Toyota Yaris.
Gli arrestati erano ormai pronti a fare il salto di qualità. È per questo motivo che per non incorrere in situazioni di pericolo, sono state chieste ed ottenute le ordinanze a loro carico. Ieri mattina è stato smantellato dai carabinieri anche un fiorente giro di ricettazione legato ad un complice della banda trovato in possesso di oggettistica in argento di dubbia provenienza per un peso complessivo di 30 chili.
Ma come arrivano i carabinieri di Piove di Sacco a questa batteria criminale? Tutto è partito nel novembre scorso quando, durante un'indagine legata alla detenzione illecita di armi, a Sant'Anna di Piove di Sacco è stata scoperta una vera e propria Santa Barbara in possesso di Riccardo Castello, 64 anni e dei figli Francesco di 40 e Mattia di 24. Armi artigianali di ogni tipo in grado non solo di uccidere, ma di mettere a segno vere e proprie stragi.