A San Paolo è Robben contro Messi
La finale passa dai loro piedi

Mercoledì 9 Luglio 2014 di Gianfranco Teotino
A San Paolo è Robben contro Messi La finale passa dai loro piedi
RIO DE JANEIRO Se noi dobbiamo inventarci una trappola per Messi, loro si debbono ingegnare per trovare il modo di fermare Robben.



Patrick Kluivert, l’ex centravanti di Ajax, Milan (per poco) e Barcellona, un tipo da 40 gol in 79 partite con la nazionale, oggi fa l’assistente di Van Gaal e non crede che un uomo solo possa determinare le sorti della semifinale. Sì, sa che Messi è sempre considerato da molti il migliore giocatore del mondo, il vero erede di Maradona, in grado di trascinare l’Argentina fino al titolo mondiale, ma è convinto che sia per certi versi più facile studiare la gabbia per la Pulce (marcature a scalare a seconda della zona del campo in cui si trova), piuttosto che arrestare la corsa di Speedy Arjen. Tutti sanno che usa sempre il sinistro, che fa sempre la stessa finta, che si gira sempre dalla stessa parte, ma nessuno riesce mai a prenderlo.



L’IDEA

Eppure il vecchio Demichelis, appena rispolverato da Sabella, un’idea ce l’ha: «Non dobbiamo dargli la possibilità di accelerare. Dobbiamo essere aggressivi. Tenerlo sotto pressione. Soffre il contatto fisico». E allora bisogna stargli addosso, attaccarlo sempre, dargli fastidio, in una parola, dice, bisogna “rasparlo”. Messi invece no, non ha paura dell’uomo vicino, anzi lo prende come riferimento, lo usa come fosse un paletto per i suoi slalom, lo dribbla, lo salta. Cambia sempre la giocata, fa la cosa che non ti aspetti, come con la Svizzera, quando tutti credevano tirasse e lui ha dato l’assist a Di Maria.



I NUMERI

Che duello Messi-Robben. I numeri, spesso aridi, raccontano bene com’è stato finora il loro fantastico Mondiale. La Pulce ha segnato 4 gol, uno in più del rivale. Ma soprattutto ha effettuato 180 passaggi contro i 129 dell’Uomo di Vetro, che deve il suo soprannome a una fragilità che, paradossalmente, invecchiando sembra superata. Robben ha corso molto di più (55,4 chilometri contro 41,4) e più velocemente (punte di 31,6 km all’ora rispetto ai 29,6 dell’argentino).



Tutti pensano che l’Argentina dipenda da Messi più di quanto l’Olanda dipenda da Robben. Ma l’Olanda delle ultime due partite è stata, nella fase offensiva, quasi soltanto Robben. Ecco perché diventerà determinante anche il secondo grande duello della sfida.



Quello fra i centravanti. Higuain contro Van Persie. Nell’era dei falsi nueve, sono con Benzema i più grandi veri nueve rimasti. Aveva cominciato meglio l’olandese: doppietta alla Spagna, con quel prodigioso tuffo di testa che resta in lizza nella corsa a gol più bello del torneo, e rete con l’Australia. Poi stop per squalifica e rientro senza lampi, ieri ha avuto anche qualche problema di stomaco. Higuain invece è arrivato in Brasile mezzo rotto. In campo con la Bosnia dopo l’intervallo, a furor di Messi, non ne è più uscito: la condizione è migliorata giocando. Ha segnato un solo gol, ma decisivo, con il Belgio, l’unica rete su azione dei quarti, da calci piazzati tutti gli altri gol. E si è reso utile alla squadra, a Messi soprattutto, con le sponde e i movimenti. Messi-Robben e Higuain-Van Persie: due grandi duelli per una grande semifinale.
Ultimo aggiornamento: 20:35 © RIPRODUZIONE RISERVATA