Bastonate e pugni alla compagna incinta: «Devi morire tu e il figlio che hai», 24enne a processo

Martedì 1 Novembre 2022 di Vincenzo Caramadre
Bastonate e pugni alla compagna incinta: «Devi morire tu e il figlio che hai», 24enne a processo

«Devi morire tu e il figlio che hai, magari mentre lo stai partorendo». E' questa la frase choc che un 24enne, din origini straniere, residente in un piccolo centro della Valle dei Santi avrebbe pronunciato all'indirizzo della giovane compagna. Frase che s'incastona in una storia di presunte violenze domestiche, minacce e vessazioni che ha portato la procura di Cassino (nella persona del sostituto procuratore Emanuele De Franco) a chiedere e ottenere dal Gip il giudizio immediato per il giovane. Un anno e mezzo di terrore, quello denunciato dalla donna, nel corso del quale l'ormai ex compagno (attualmente sottoposto alla misura del divieto di avvicinamento alla parte offesa), avrebbe assunto un comportamento aggressivo. Diversi gli episodi che la donna ha raccontato agli inquirenti. In una circostanza l'avrebbe minacciata di morte, dicendole che nessuno avrebbe più trovato il suo corpo e si sarebbe accanito contro di lei con calci, schiaffi, una mazza di legno, una sedia e una testata.
L'aggressione con la pronuncia della frase choc risale allo scorso mese di agosto, quando le avrebbe sferrato un violento pugno sulla pancia: «Devi morire tu e il figlio che hai, magari mentre lo stai partorendo». A quel punto la donna, con l'istinto di protezione che solo una madre riesce a mostrare in determinati momenti, ha avuto il coraggio di ribellarsi e rivolgersi alle forze dell'ordine. Ha raccontato la sua storia aggiungendo altri particolari della relazione che aveva avuto con il ragazzo durata in totale un anno e sette mesi.
GLI SMARTPHONE
Ma non solo presunte aggressioni fisiche. La giovane sarebbe stata offesa anche quando gli riferiva che sarebbe uscita o quando, dopo avergli preparato da mangiare, non era di suo gradimento. Infine la procura di Cassino contesta al 24enne il controllo telematico del telefono in uso alla compagna. Collegando il suo smartphone a quello della donna avrebbe monitorato le chiamate e i messaggi. Una vita d'inferno, quella descritta dalla vittima, riassunta in una corposa informativa della polizia giudiziaria, ma anche attraverso dichiarazioni testimoniali e acquisizioni fatte nel corso delle indagini. L'imputato (assistito dall'avvocato Pasquale Improta) ora dovrà difendersi dall'accusa di maltrattamenti in famiglia aggravati dallo stato di gravidanza della vittima. La prima udienza dinanzi al collegio B del tribunale di Cassino ci sarà il 29 novembre prossimo.
 

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