Avrebbe rapito l'esperto di vaccini per alcune ore. Un tedesco di 38 anni è morto morto mercoledì sera a Wallisellen, vicno Zurigo in uno scontro a fuoco con la polizia, nel quale ha perso la vita anche la sua compagna. L'uomo aveva rapito la settimana scorsa il presidente della Commissione federale delle vaccinazioni (CFV) Christoph Berger. Il rapimento, secondo alcune fonti di stampa risalirebbe al 31 marzo scorso, ma non si sa esattamente dove sia successo.
Berger è diventato una figura nota a livello nazionale durante la pandemia ed è stato il volto della campagna di vaccinazione. La sua persona ha però subito anche feroci critiche, sia da parte degli scettici sia dai pro vaccino. Questi ultimi lo hanno accusato di aver agito con troppa esitazione nel raccomandare il booster e di aver banalizzato le conseguenze per i bambini malati di Covid. Stando a quanto pubblicato dal Tages-Anzeiger, il tedesco nel febbraio 2020 ha fondato una società nel canton Zugo insieme a un partner commerciale. Il socio d'affari è un sostenitore delle teorie terrapiattiste e sul suo profilo Facebook ha anche diffuso teorie cospiratorie sul coronavirus. Esiste dunque una connessione fra il rapitore e gli scettici della pandemia, scrive sul proprio sito Internet il giornale svizzerotedesco.
Mercoledì sera la polizia si è presentata all'appartamento del tedesco per arrestarlo in relazione al rapimento. Il 38enne ha però improvvisamente estratto una pistola: nella sparatoria successiva, l'uomo ha colpito con un proiettile la sua compagna, una svizzera di 28 anni, uccidendola. Il tedesco è poi stato abbattuto dagli agenti.