Prigozhin morto, Africa nel caos: rischio ondate di migranti dopo il vuoto di potere lasciato dalla Wagner

Parte la corsa per sostituire i mercenari: in campo la brigata “rivale” della Redut

Venerdì 25 Agosto 2023 di Marco Ventura
Prigozhin morto, Africa nel caos: rischio ondate di migranti dopo il vuoto di potere lasciato dalla Wagner

Il terremoto Wagner, dopo la morte vera o presunta del suo boss Prigozhin, interessa tutta la fascia subsahariana dell’Africa, quella che attraversano i flussi di migranti verso l’Europa prima di arrivare nei Paesi che affacciano sul Mediterraneo, e quella devastata dalle incursioni e dall’espansione di svariate formazioni jihadiste affiliate ad Al Qaeda o allo Stato Islamico.

E adesso che Wagner è decapitata, il caos rischia di aumentare, così come i flussi delle migrazioni economiche o dalle guerre in corso, specialmente in Sudan con i profughi che si ammassano nel Ciad. E c’è sempre la crisi del Niger appena usurpato da una banda di golpisti ai quali i mercenari dell’ex cuoco di Putin avevano offerto manforte.

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FILO
L’organizzazione messa in piedi da Prigozhin era legata a doppio filo al Cremlino, ne difendeva gli interessi politici ed economici, e Putin probabilmente vorrebbe adesso finire di appropriarsene, e magari rafforzarla e addomesticarla. O arruolandone i combattenti con l’offerta di una “stabilizzazione” in un quadro più istituzionale (i Wagner ufficialmente non esistevano per il Cremlino, anche perché i gruppi militari privati sono vietati dalla Carta costituzionale), oppure sostituendo il datore di lavoro. Per esempio, c’è un’organizzazione che sembra essersi maggiormente integrata sotto il comando delle Forze armate ancora guidate dai nemici di Prigozhin, dal ministro della Difesa Shoigu e dal capo degli stati maggiori Gerasimov. Si chiama Redut. Esiste dal 2008, era la compagnia concorrente di Wagner ed è formata da reduci ed elementi del servizio segreto militare di Mosca e delle diverse Armi della Federazione. Inoltre, è già presente in Paesi africani come la Somalia. «La Wagner appartiene al passato come organizzazione, non ci sarà più nella forma in cui l’abbiamo conosciuta», dice all’Adn-Kronos Alezander Dunaev, esperto del Russian International Affair Council (Riac) e collaboratore di Carnegie Politika. «Si scioglierà perché è un’organizzazione molto incentrata sulla personalità di Prigozhin e anche sovvenzionata per miliardi di dollari dallo Stato». Prigozhin si trovava a Mosca proprio per strappare nuovi contratti di catering con le scuole russe. Cercava nuovo foraggio per le sue attività, dopo che Putin aveva tagliato le commesse delle mense per i militari. Il Cremlino potrebbe favorire un’azienda alternativa come la Redut (o altre), che ha un curriculum simile e parallelo a quello della Wagner, anche se non ammantata dalla sua macabra aura di leggenda. Non mancano le sanzioni imposte dagli Usa e le accuse di crimini di guerra. Da Mosca sarebbero partiti aerei militari per rimpatriare i combattenti di Wagner in Bielorussia.

In Africa, potrebbe succedere lo stesso. Ma potrebbe pure verificarsi un passaggio di consegne come quello che sarebbe già avvenuto in Siria, dove i miliziani di Prigozhin sono passati al comando degli ufficiali delle forze regolari. Si pone però un problema in più, con la crisi del Niger e la definitiva partenza, ieri, della missione di mantenimento della pace Onu dal Mali dopo il golpe che ha avuto tra i suoi sostenitori e “difensori” i Wagner. È dal Mali che Prigozhin avrebbe postato il suo primo (e ultimo) video dopo la marcia della “giustizia” del 24 giugno su Mosca. In quella zona, i Wagner non avrebbero conseguito grandi successi contro i jihadisti, secondo un grande esperto dell’area, il professor Francesco Strazzari della Scuola Sant’Anna di Pisa, mentre avrebbero solo contribuito a far impennare il numero delle vittime tra i civili. «Wagner in Africa è una realtà consolidata e si presenta come una rete piramidale di compagnie e di attività in cui la componente militare è solo una parte», spiega. «In particolare, è l’apparato estrattivo a garantire il finanziamento dell’assistenza militare, che viene prestata in cambio di profitti gestiti a loro volta da una pletora di compagnie con il relativo indotto. Inoltre, Wagner si plasma sulle realtà locali».

PERDITA
Il punto è che con la sua presenza a San Pietroburgo nei giorni del vertice Africa-Russia, il capo di Wagner ha rubato la scena a Putin dal suo albergo in cui riceveva i dignitari africani. E nell’ultimo video ha dato di sé un’immagine addirittura grottesca, in sahariana e dicendo di non avere paura dei 50 gradi di calore. Putin potrebbe subentrare, archiviato il carismatico boss e fondatore, anche se una perdita importante è quella di Valeriy Chekalov, uno dei passeggeri dell’aereo, che aveva in mano l’intera logistica “africana” dell’organizzazione. Al vertice dei Brics il ministro degli Esteri, Lavrov, ha voluto incontrare il presidente della Repubblica Centrafricana, primo Paese nel quale ha messo piede Wagner e quello in cui ha creato un legame strutturale forte, quindi rimpiazzabile. Anche perché «c’è sempre stata una certa ambiguità riguardo al coinvolgimento informale del Cremlino nelle attività di Wagner», aggiunge Strazzari. Il jihadismo in ogni caso trarrà vantaggio da caos e instabilità, in Niger come negli altri Paesi saheliani. E ne conseguirà un rischio maggiore pure per le dinamiche migratorie in mano ai trafficanti.
 

Ultimo aggiornamento: 13:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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