Polonia pronta alla guerra? Sospeso il Trattato sulle forze armate in Europa: cosa succede ora. La risposta alla Russia

La mossa fa parte di una più ampia decisione della NATO

Martedì 2 Aprile 2024 di Alessandro Rosi
Polonia pronta alla guerra? Sospeso il Trattato sulle forze armate in Europa: cosa succede ora. La risposta alla Russia

È il segno di un'escalation. La Polonia sospende il Trattato sulle forze armate convenzionali in Europa (FACE). Il Parlamento polacco ha votato a stragrande maggioranza. Così Varsavia esce dall'accordo (in vigore dal 1990) che limita la dimensione delle forze militari nel Vecchio Continente. Ma non è stato il primo Paese. Ad aprire le danze la Russia lo scorso anno. Scelta che ha scetenato un effetto domino nei membri della Nato.

Gli effetti

Le conseguenze? Chi non è più partecipe può superare i limiti alle dimensioni delle forze armate. Inoltre non dovrà riferire annualmente sul loro status. La Polonia, come molti altri firmatari, è tuttavia ben lontana dal raggiungere questi limiti, rendendo la sospensione del trattato in gran parte simbolica. Ma è altrettanto chiaro che Varsavia si sta preparando per un futuro conflitto con la Russia. Come? Ricostruendo l'esercito che entro pochi anni potrà essere uno dei più forti d'Europa.

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Cosa prevede

Secondo il documento, la Polonia ha diritto ad avere fino a 1.630 carri armati, 2.150 veicoli corazzati da combattimento, 1.610 unità di artiglieria, 460 aerei da combattimento e 130 elicotteri d'attacco.

Ma dall’invasione russa dell’Ucraina, la Polonia si è impegnata in spese militari senza precedenti, accettando di acquistare centinaia di carri armati moderni, aerei, sistemi di difesa aerea e altro hardware, principalmente da Stati Uniti, Corea del Sud e Regno Unito.

 

La firma e i limiti 

Torniamo un attimo indietro, al novembre del 1990: data della firma del trattato. Il motivo? Può essere considerato come parte del processo per porre fine alla Guerra Fredda. Una decisione dei 22 paesi della NATO e dei paesi membri del Patto di Varsavia. Il Trattato introduce limiti allo stazionamento e al possesso di alcune categorie di equipaggiamenti militari convenzionali: carri armati, artiglieria, mezzi corazzati da combattimento veicoli, aerei da combattimento ed elicotteri d'attacco - noti come Treaty Limited Equipment (TLE). Viene spesso definito la “pietra angolare della sicurezza europea”. Ma ora non lo è più. 

 

Il ritiro della Russia

Lo scorso novembre la decisione di Mosca (non clamorosa). Quasi due anni dopo l’invasione dell’Ucraina, la Russia annuncia il ritiro. "L’espansione della NATO guidata dagli Stati Uniti verso est ha invalidato il trattato", questa la giustificazione. La NATO condanna la scelta del Cremlino.

Cosa c'è dietro

Gli Stati Uniti e gli alleati Nato hanno annunciato il 7 novembre che sospenderanno formalmente la loro partecipazione al trattato a partire dal 7 dicembre 2023. La sospensione della partecipazione al trattato consente una maggiore flessibilità nello schieramento delle forze sui fianchi settentrionale e meridionale della NATO, anche in Romania e Bulgaria vicino all'Ucraina. Come indicato da armscontrol.org, consente inoltre agli alleati occidentali dell’Ucraina di evitare di condividere informazioni sullo spiegamento delle loro forze con le nazioni vicine alla Russia.

Paesi firmatari FACE

  • Romania
  • Belgio
  • Bulgaria
  • Canada
  • Repubblica Federale Ceca e Slovacca
  • Danimarca
  • Francia
  • Germania
  • Grecia
  • Ungheria
  • Irlanda
  • Italia
  • Lussemburgo
  • Norvegia
  • Polonia
  • Portogallo
  • Spagna
  • Turchia
  • Regno Unito
  • Irlanda del Nord
  • Stati Uniti

Ultimo aggiornamento: 3 Aprile, 15:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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