Visto che l'Occidente agli occhi della Chiesa ortodossa è «caduto del Satanismo» ne deriva «il bisogno di una guerra santa per proteggere il mondo dall'assalto del globalismo».
Il primo punto è riservato alla guerra contro «il regime criminale di Kiev e dell'Occidente collettivo che lo sostiene». Secondo il Patriarca Kirill «popolo russo difende con le armi in pugno la propria vita, la libertà, la statualità, l'identità civile, religiosa, nazionale e culturale, nonché il diritto di vivere sulla propria terra entro i confini dello Stato russo unito». Una volta che sarà completato il conflitto «tutto il territorio dell'Ucraina contemporanea dovrà entrare in una zona di influenza esclusiva della Russia. La possibilità di esistenza su questo territorio di un regime politico ostile alla Russia e al suo popolo, così come di un regime politico governato da un centro esterno ostile alla Russia, deve essere completamente esclusa».
La missione della Russia resta, secondo la Chiesa ortodossa, quella di proteggere il mondo dal male. «La missione storica consiste nel far crollare di volta in volta i tentativi di stabilire un'egemonia universale nel mondo - i tentativi di subordinare l'umanità a un unico principio malvagio». Naturalmente si insiste molto sulla politica estera e sull'auspicio che la Russia possa riunificare tutto il mondo russo composto da Grandi Russi, Piccoli Russi e Bielorussi che «sono rami di sub etnicità di un unico popolo e il concetto russo comprende tutti gli Slavi orientali».
La Chiesa russa sogna per il futuro una terra culturalmente omogenea, ispirata al cristianesimo, alla purezza dell'identità, con pochi immigrati ma solo se incapaci di integrazione. «La Russia deve diventare uno stato-rifugio per tutti i compatrioti del mondo che soffrono per l'assalto del globalismo occidentale, delle guerre e della discriminazione. Oltre ai connazionali, il nostro Paese può diventare un rifugio per milioni di stranieri che sostengono i valori tradizionali, sono fedeli alla Russia e sono pronti all'integrazione linguistica e culturale nel nostro Paese».
La nuova presa di posizione renderà ancora più problematico il cammino ecumenico che era stato avviato con la Chiesa di Roma. Alcuni giorni fa il Patriarca Kirill ha anche condannato con parole piuttosto dure e critiche il recente documento vaticano sulla benedizione delle coppie gay, licenziato da Papa Francesco nel dicembre scorso, definendolo al di fuori degli insegnamenti cristiani.