Mille, microscopiche e in mezzo all'oceano, eppure importantissime. Strategiche perché in grado di ospitare la prima base militare cinese nel Pacifico. Le isole Salomone sono entrate al centro di una contesa tra pesi massimi: Stati Uniti e Cina. Si candidano a diventare la Gibuti del Pacifico perché sono entrate nei desiderata di Xi Jinping. Segno che la Cina si sta muovendo nel Pacifico a caccia di aree dove può espandere la sua influenza e proprio nei giorni scorsi Pechino e le isole Salomone, arcipelago vicino all'Australia, hanno siglato un patto di sicurezza dai contorni poco «trasparenti», accusano gli Stati Uniti, che autorizza il dispiegamento di polizia e navi cinesi. Una mossa che preoccupa non solo Washington ma anche Parigi (per i vicini territori francesi della Nuova Caledonia) e Canberra. E che ha preso in contropiede la delegazione Usa formata da Kurt Campbell, il massimo funzionario della Casa Bianca per l'Asia, e Daniel Kritenbrink, l'assistente segretario di stato per gli affari dell'Asia orientale e del Pacifico. La delegazione ha incontrato il primo ministro Manasseh Sogavare a Honiara, la capitale. Prima di questo appuntamento, gli statunitensi hanno fatto tappa in altri territori chiave del Pacifico, tra cui Hawaii, Fiji, Papua Nuova Guinea. I dirigenti americani hanno cercato di ricucire, promettendo di riaprire presto un'ambasciata e altri interventi di cooperazione. Ma hanno anche ammonito che gli Stati Uniti «risponderanno di conseguenza» se saranno fatti passi per stabilire una base o una presenza militare permanente.
Ma perché sono così importanti queste isole? Siamo nel sud del Pacifico, le Isole Salomone sono una nazione di 700.000 persone, e circa mille isole, che ha ottenuto l'indipendenza nel 1978. Prima erano sotto un protettorato britannico. Si trovano a meno di 1.300 miglia dall'Australia ma anche su rotte di navigazione strategiche tra gli Stati Uniti e l'Asia. Qui non c'è l'ombrello della Nato ma un'alleanza molto simile e di recentissima stipula: Aukus. Si tratta di un patto tra Usa, Gran Bretagna e Australia per contenere la Cina in questa specifica regione.
Le relazioni tra gli Stati Uniti e quelle che oggi sono le Isole Salomone iniziarono alla fine del XIX° secolo, quando le navi statunitensi iniziarono a fermarsi lì. Durante la Seconda Guerra Mondiale sono state teatro di intense battaglie tra le forze statunitensi e giapponesi, in particolare sull'isola di Guadalcanal.
Kurt Campbell è arrivato tardi: durante la sua visita avrebbe dovuto mettere in guardia Sogavare contro l'accordo, i cui dettagli non sono stati rivelati pubblicamente, ma questo era già stato anticipato giorni prima della sua visita quando Pechino e Honiara hanno annunciato di averlo già firmato. Secondo una bozza trapelata online a marzo, l'accordo permette alla Cina di inviare polizia e forze armate alle Isole Salomone «per aiutare a mantenere l'ordine sociale» (viste le proteste dei mesi scorsi) e alle navi da guerra cinesi di fare scalo lì. Alla luce di questo accordo, dunque, si capisce perché gli Stati Uniti intendano presidiare di più le isole e hanno detto che prevedono di riaprire la loro ambasciata per la prima volta dal 1993.
Una base no per ora ma un'ambasciata "avanzata" sì - La Cina ha un grande edificio dell'ambasciata a Honiara, con un grande spazio che può ospitare attività di polizia, intelligence, e personale militare. Sogavare ha affermato che «la Cina non creerà una base». Ma non basta una frase a rassicurare e a calmare i nervi tesi degli Stati Uniti. Anne-Marie Brady, un'esperta di Cina all'Università di Canterbury in Nuova Zelanda, dice che l'accordo che hanno firmato insieme Cina e Isole Salomon ha un obiettivo molto preciso: «contrastare la strategia di contenimento degli Stati Uniti nell'Indo-Pacifico». «Ma minaccia anche direttamente la sicurezza e l'autonomia degli stati insulari del Pacifico, così come l'Australia e la Nuova Zelanda», ha aggiunto. Scrive inoltre che nell'arcipelago la Cina ha assegnato il contratto a un'impresa statale cinese per costruire uno stadio sportivo da 74 milioni di dollari, un elefante bianco perché le Salomone possano ospitare i Giochi del Pacifico del 2023.
I vicini di casa delle Salomon - Il presidente degli Stati Federati di Micronesia David W. Panuelo ha implorato Sogavare di considerare le «profonde e gravi implicazioni di sicurezza» dell'accordo con la Cina.
President Panuelo Appeals to Prime Minister Sogavare to Respectfully Reject & Give Deepest Consideration to Longer-range Consequences from Solomon Islands’ Proposed Security Agreement with the People’s Republic of China: https://t.co/XX9OXZSiJN pic.twitter.com/TZwvf15HsA
— Federated States of Micronesia Public Information (@FSMPIO) March 31, 2022
Perché flirtano con la Cina - Le Isole Salomone si sono avvicinate alla Cina sotto l'attuale presidente Sogavare che ha dato una grande gioia a Pechino nel 2019, quando ha interrotto i legami diplomatici (di lunga data) con Taiwan. Secondo Sogavare, il patto di sicurezza con Pechino è necessario in parte perché la polizia cinese possa proteggere le infrastrutture finanziate dalla Cina.
USG noted regional security implications of PRC-SI accord, including for US, allies, partners
US warned Sogavare--& implicitly CCP--if steps are taken to establish *de facto permanent military presence*, power-projection capabilities, or military installation, US would respond pic.twitter.com/AhneFUOUps— Professor Anne-Marie Brady (@Anne_MarieBrady) April 22, 2022
Proteste anti cinesi - Nelle isole Salomone, l'anno scorso, tra novembre e dicembre, sono scoppiate rivolte contro il governo, accusato di corruzione e di aver svenduto il paese a interessi stranieri. Durante le proteste i manifestanti hanno cercato di bruciare la residenza privata del primo ministro Manasseh Sogavare, e di assaltare il parlamento ma la polizia è intervenuta con i lacrimogeni e li ha dispersi. Ci sono stati quattro morti. Dettaglio non trascurabile: le proteste sono state molto intense nei quartieri dove vive e si espande la comunità cinese. L'Australia rispose inviando forze di pace in base al suo accordo di sicurezza con le Salomon.
Usa-Cina, telefonata e tensioni su Russia e Taiwan: «Rischio di destabilizzazione nei rapporti»
“I think this is the beginning of something more serious to come in this region,” said opposition leader Matthew Wale. https://t.co/V3zZgQHcpF
— Michael Miller (@MikeMillerDC) April 20, 2022