Ilyushin Il-76, l'aereo maledetto dell'aeronautica militare russa: già 13 distrutti in 50 anni, tutti gli incidenti

Dallo sviluppo alle specifiche, la storia dell'aereo da trasporto strategico usato dalla Russia

Mercoledì 24 Gennaio 2024
Ilyushin Il-76, l'aereo maledetto dell'aeronautica militare russa: dagli sviluppi agli incidenti, cos'è

Progettato per trasportare macchinari pesanti in aree remote e poco servite, l'Ilyushin Il-76 è un quadrimotore cargo multiuso a medio-lungo raggio, utilizzato principalmente per il trasporto di merci che richiedono l'utilizzo di una rampa di carico, in particolare per carichi eccezionali o pesanti che non potrebbero essere trasportati altrimenti.

Considerato da molti "un aereo maledetto" a causa dei numerosi incidenti, è in uso dall'aeronautica militare russa dagli anni '60.

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L'aereo

L'Ilyushin Il-76 è un aereo da trasporto strategico, di fabbricazione sovietica prima e russa poi, sviluppato dall'OKB 39 a cavallo degli anni '60 e '70 ed entrato in servizio nell'aeronautica militare sovietica nel 1974. Progettato per muovere considerevoli quantità di merci, truppe e mezzi sulle grandi distanze, ha riscosso un notevole successo commerciale. Caratterizzato anche da alcune soluzioni anacronistiche per i tempi in cui è stato sviluppato, quali la prua vetrata ed il cannone di coda, è stato sviluppato in numerose versioni quali l'AWACS denominata Beriev A-50 ed aerocisterna nota come Il-78. Al 2023, è in corso l'approvvigionamento per un totale di 27 esemplari in versione Il-76MD-90A di nuova costruzione da parte delle Forze aerospaziali russe.

 

Lo sviluppo

Risale agli anni '60 lo sviluppo dell'Ilyushin Il-76, l'aereo da trasporto strategico usato dall'aeronautica militare russa. In quegli anni, infatti, il ministero dell'industria aeronautica sovietica espresse la necessità di dotare le proprie forze aeree di un nuovo aereo da trasporto militare medio dotato di quattro motori turboventola adatto a compiti di prima linea e in grado di effettuare lanci di paracadutisti, equipaggiamento e beni militari tramite aviolanci. Per questo motivo, il 28 giugno del 1966 l'ufficio di progettazione OKB Nr.39, sotto la direzione di Sergej Il'jušin e con la collaborazione dell'OKB 19, iniziò la progettazione e lo sviluppo della parte motoristica, che venne approvata un anno dopo. Il 25 febbraio 1967 la commissione tecnica diede infatti l'ok al progetto, che venne approvato anche dal consiglio dei ministri che ne avviò il programma di sviluppo. Affidata al vicedirettore dell'OKB, Genrich Vasil’evič Novožilov, la fase di sviluppo venne completata nel 1969, per poi essere valutata dalla commissione esaminatrice del governo, presieduta dal tenente generale Georgij Nikolaevič Pakilev tra il 12 e il 31 maggio dello stesso anno. La nuova approvazione diede avvio allo sviluppo definitivo del programma, che iniziò con la costruzione del prototipo nello stabilimento di Mosca. Portato in volo per la prima volta il 25 marzo del 1971 ai comandi del pilota collaudatore I.E. Kuznecov, l'aereo fu subito accolto con grande entusiasmo, al punto da essere esposto anche al pubblico nell'ambito del 29º Salone internazionale dell'aeronautica e dello spazio di Parigi-Le Bourget. Descritto alla stampa come un "aereo puramente commerciale" destinato al trasporto aereo in zone remote altrimenti inaccessibili, venne rinominato dalla NATO con il codice identificativo "Candid", diventato successivamente "Candid-A" quando cominciò ad essere osservata un'altra linea di varianti di Il-76 dotate di diverso armamento difensivo, i "Candid-B". Un secondo prototipo venne presentato nell'estate del 1973 sempre al salone di Parigi-Le Bourget. Anche in questo caso venne specificato il suo uso esclusivamente commerciale, anche se successivamente alcuni funzionari sovietici ammisero che l'aereo avrebbe potuto avere "applicazioni militari". I due prototipi riuscirono a conquistare in poco tempo una serie impressionante di record, portando il governo sovietico ad avviarne la produzione in serie. La loro creazione venne assegnata allos tabilimento statale Nr.84 situato a Tashkent, impianto che aveva già precedentemente prodotto gli Antonov An-12 ed altri modelli da trasporto. Nonostante la difficoltà della missione, la prima unità di produzione di serie volò per la prima volta l'8 maggio del 1973. Dopo un periodo di valutazione di due anni, nel 1975 tutti gli aerei divennero operativi. Da quel momento in poi tutta la produzione degli Il-76 verrà costruita nello stabilimento di Tashkent. Qui, dopo la creazione dei primi dieci esemplari, si iniziò anche a costruire una versione migliorata Il-76T, esternamente molto simile ma caratterizzata da un serbatoio di carburante supplementare nella sezione centrale dell'ala e da alcune piccole altre modifiche, che verrà chiamata dalla NATO "Candid-A".

Le specifiche

Considerato l'equivalente sovietico dello statunitense Lockheed C-141 Starlifter, l'Il-76 racchiude le caratteristiche generali oramai comuni a gran parte dei modelli di ultima generazione, come un'ampia fusoliera in grado di ospitare gran parte dei mezzi utilizzati dell'esercito con portellone posteriore dotato di rampa d'accesso, un'ala posizionata alta sulla fusoliera dotata di angolo di freccia positivo, un impianto propulsivo basato su quattro motori turboventola alloggiati in altrettante gondole motore montate su piloni subalari, una coda dotata di impennaggio a T e un carrello d'atterraggio multiruote a bassa pressione per una migliore distribuzione del peso sulla pista. Contrariamente all'aereo statunitense, prodotto in meno di trecento esemplari, quello sovietico è stato esportato per una buona parte degli oltre 900 esemplari costruiti, e le ultime versioni, equipaggiate con impianto motore più recente, sono rimaste in produzione almeno fino alla metà degli anni novanta. 

Gli incidenti

L'Ilyushin Il-76 è considerato da molti un "aereo maledetto". Sarebbero tredici, infatti, gli esemplari persi in seguito ad incidenti. Tra gli scontri più catastrofici, bisogna ricordare quello del 12 novembre 1996, quando il volo Kazakhstan Airlines 1907 entrò in collisione con il volo Saudi Arabian Airlines 763 sulla cittadina indiana di Charki Dhadri, provocando 349 vittime. La colpa, in quell'occasione, venne attribuita al pilota kazako, che non rispettò le indicazioni del controllore di volo.

 

Quattordici anni dopo, il 27 novembre 2010, un altro Ilyushin Il-76 precipitò, questa volta in Pakistan. L'aereo della georgiana Sun Way, con base tecnica all'aeroporto Internazionale di Tbilisi, cadde infatti su un complesso residenziale della Marina a Dalmia, nel quartiere di Gulistan-e-Johar, meno di due minuti dopo il decollo dall'aeroporto Internazionale Jinnah di Karachi. A morire furono otto membri d'equipaggio e quattro operai edili che si trovavano nell'edificio in costruzione su cui il velivolo è precipitato. Tra le possibili cause dell'incidente è stato indicata la collisione dell'aereo cargo georgiano con uno stormo di uccelli dopo il decollo. Poi, lo scorso giugno, un Ilyushin Il-76 si schiantò anche nei pressi della città di Ryazan, in Russia, provocando la morte di nove membri dell'equipaggio. Il ministero della Difesa russo, citato da Interfax, comunicò in quell'occasione che l'incidente era stato causato da un malfunzionamento al motore dell'aereo durante un volo di addestramento. Infine, pochi mesi dopo, un altro schianto, questa volta sulla pista dell'aeroporto di Gao, in Mali.

Ultimo aggiornamento: 26 Gennaio, 08:54 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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