L'operatore della centrale attualmente in fase di smantellamento, la Tokyo Electric Power (Tepco), dispone di oltre 1.000 serbatoi per conservare l'acqua trattata, attualmente al 98% della loro capacità.
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Le critiche dell'Aiea
Prima che l'Aiea consegnasse il suo rapporto l'ambasciatore cinese in Giappone, Wu Jianghao, ha tenuto una conferenza stampa a Tokyo, dichiarando la contrarietà del suo Paese e suggerendo in alternativa un metodo di trattamento scientifico sicuro, trasparente e convincente che altri nazioni possano accettare. Wu ha anche sottolineato che il Giappone «dimostra poco rispetto per la scienza» e ha messo in dubbio la capacità dell'agenzia stessa di valutare l'impatto a lungo termine dell'acqua sull'ecosistema marino.
Le spiegazioni di Tokyo
Da parte sua il ministro degli Esteri giapponese, Yoshimasa Hayashi, ha detto ai media che il governo fornirà spiegazioni dettagliate basate su prove scientifiche con elevata trasparenza e lavorerà per rafforzare la comprensione della comunità internazionale. Dopo il disastro nucleare del marzo 2011, sono stati 55 i paesi e i territori che hanno imposto restrizioni all'importazione di alcuni prodotti alimentari dal Giappone. Il premier Fumio Kishida ha detto che l'esecutivo garantirà che il rilascio dell'acqua sia sicuro e cercherà di ridurre al minimo eventuali danni alla reputazione.
L'incidente del 2011
Durante l'incidente del marzo 2011, innescato dal terremoto di magnitudo 9 e il successivo tsunami, si è verificato il surriscaldamento del combustibile nucleare, seguito dalla fusione del nocciolo, a cui si accompagnarono le esplosioni di idrogeno e le successive emissioni di radiazioni. Lo smantellamento della centrale, che comprende la rimozione dei detriti prodotti dal combustibile esausto, secondo le stime del governo, potrebbe durare fino al 2051.