«Gaza, ancora bombe su scuola Onu: 10 morti». La condanna di Ban e Usa

Domenica 3 Agosto 2014
«Gaza, ancora bombe su scuola Onu: 10 morti». La condanna di Ban e Usa
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Sono almeno 35, secondo un bilancio aggiornato dei media palestinesi, i morti da stamane nella Striscia di Gaza in seguito ai nuovi raid israeliani. Lo riferisce l'agenzia Maan.

La Bbc, citando fonti sanitarie locali, conferma almeno una trentina di morti e 150 feriti. Prosegue il lancio di razzi di Hamas.

Le bombe Dieci palestinesi sarebbero rimasti uccisi stamane a Rafah, nelle immediate vicinanze di una scuola dell'Unrwa, l'agenzia Onu che opera nei Territori. Secondo testimoni un drone israeliano ha attaccato due presunti miliziani in sella a una motocicletta in transito, ma diverse altre persone sono state investite dalla esplosione. Fonti locali dell'Onu hanno confermato che un razzo è caduto davanti al cancello dell'ingesso principale di una scuola dell'Unrwa (l'agenzia che assiste i rifugiati delle Nazioni Unite). Due morti e un ferito grave sarebbe invece il bilancio dell' esplosione di un razzo su una automobile.

I razzi di Hamas Una decina di razzi lanciati dalla Striscia ha colpito in mattinata varie zone del sud d'Israele, dove sono tornate a suonare le sirene d'allarme. Lo riferiscono i media online israeliani, precisando che al momento non si segnalano vittime. Razzi sono in particolare caduti in aree vicine agli abitati di Ashqelon e di Sderot (a sud di Tel Aviv verso il confine con la Striscia), nonchè nella regione del Neghev.

L'esercito israeliano riguardo le vittime della scuola ha spiegato di aver «colpito terroristi della jihad islamica a bordo di un motociclo vicino alla struttura dell'Unrwa a Rafah».

Onu. Il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, «condanna fermamente» l'uccisione di almeno dieci civili palestinesi nei bombardamenti in prossimità di una scuola dell'Unrwa a Rafah. La struttura è usata come rifugio da migliaia di persone. «Questo attacco è un'altra grave violazione del diritto umanitario internazionale», afferma Ban in una nota, ribadendo che «le strutture dell'Onu devono essere luoghi sicuri, non zone di combattimento». Ban si dice «profondamente costernato» per l'escalation terribile della violenza dalla violazione del cessate il fuoco umanitario di venerdì. «La ripresa dei combattimenti ha esacerbato la crisi umanitaria scatenando il caos a Gaza», continua, precisando che «si potrà riportare la calma solo attraverso la ripresa del cessate il fuoco e dei negoziati tra le parti al Cairo». «Questa follia deve finire», conclude il segretario generale.

La condanna Onu. «L'esercito israeliano è stato ripetutamente informato della posizione» in cui si trovano le strutture delle Nazioni Unite. Lo ha detto il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, sull'attacco nella zona della scuola Unrwa a Rafah, che ha definito «atto criminale» che deve essere «rapidamente indagato». «Questo attacco, insieme ad altre violazioni del diritto internazionale, deve essere rapidamente indagato e gli autori devono essere ritenuti responsabili», ha detto Ban in una nota, sottolineando che «si tratta di un oltraggio morale e di un atto criminale».

Gli Usa si dicono «scioccati» per il nuovo bombardamento di una scuola dell'Onu nella Striscia di Gaza e - si legge in una nota del Dipartimento di Stato - chiedono a Israele di «fare di più per evitare vittime civili. Gli edifici dell'Onu, specialmente quelli che fanno da rifugio ai civili - si legge nella nota Usa - devono essere protetti e non devono essere usati come basi per lanciare attacchi. Ma il sospetto che militanti stiano operando nei pressi - aggiunge il Dipartimento di Stato americano - non giustifica bombardamenti che mettono a rischio le vite di così tanti innocenti». Gli Stati Uniti chiedono quindi «un'immediata indagine su questo incidente come su quello che giorni fa ha coinvolto un'altra scuola dell'Unrwa».

Il ritiro unilatreale L'esercito di Israele ha iniziato il ritiro delle forze di terra da Gaza. Lo ha confermato il portavoce delle forze armate, dopo che ieri lo stesso presidente Benjamin Netanyahu aveva annunciato precisando tuttavia che le forze armate dello Stato ebraico non se ne andranno prima di aver distrutto tutti i tunnel di Hamas e che comunque nella Striscia rimarrà un presidio militare. Il portavoce militare Peter Lerner ha precisato che si tratta di un ritiro parziale delle forze di terra. Un'altra parte, ha aggiunto, sarà ridispiegata altrove all'interno della Striscia. «L'operazione in corso prevede il ritiro di una parte di truppe e il cambio di posizione all'interno del territorio», ha spiega Lerner, confermando per la prima volta ufficialmente l'inizio del ritiro israeliano dalla Striscia. In precedenza, media internazionali avevano segnalato il passaggio di tank e di truppe verso il confine.

La replica di Hamas Nessun cessate il fuoco sarà possibile nella Striscia di Gaza fino a un completo ritiro delle forza di terra israeliane. È il messaggio - ripreso da media locali - del leader politico in esilio di Hamas, Khaled Meshaal, in risposta ai segnali di ripiegamento parziale registrati ieri. Meshal ribalta poi su Israele l'accusa d'aver violato l'effimera 'tregua umanitaria' di venerdì. «Una tregua è una tregua, mentre il mantenimento della presenza a Gaza di forze israeliane che distruggono i tunnel è un'aggressione», afferma. «Non ci sentiamo impegnati», aveva detto ieri Hamas commentando l'annuncio del ritiro da parte di Israele.

Ultimo aggiornamento: 4 Agosto, 09:44 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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