L'Ue contro Amazon: «Falsa la concorrenza». Per l'Antitrust utilizzati dati dei rivenditori

Martedì 10 Novembre 2020 di Antonio Pollio Salimbeni
L'Ue contro Amazon: «Falsa la concorrenza». Per l'Antitrust utilizzati dati dei rivenditori
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L’Antitrust Ue ha messo sotto tiro Amazon accusandola in via preliminare di pratiche anti concorrenziali perché trae indebitamente profitto dai dati dei dettaglianti indipendenti che usano il suo sito Internet.Inoltre ha avviato una seconda inchiesta per pratiche anti concorrenziali con il sospetto di trattamento preferenziale delle offerte Amazon o dei venditori nella piattaforma che usano i suoi servizi di consegna.

La commissaria alla concorrenza Margrethe Vestager ha inviato al colosso Usa una “lettera di addebiti” nella quale spiega come abusa della propria posizione dominante in quanto fornitore di servizi di scambio in Germania e Francia, i suoi due mercati più grandi nella Ue. Amazon ha il duplice ruolo di gestore di mercati che consentono a venditori di terze parti di offrire prodotti ai consumatori e rivenditore sulla propria piattaforma: in tal modo compete con i venditori terzi (spesso piccole e medie imprese) che si affidano alla sua piattaforma per offrire i loro prodotti.

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Dall’analisi di oltre 80 milioni di transazioni e circa 100 milioni di elenchi di prodotti sui mercati europei di Amazon è emerso che dati aziendali granulari e in tempo reale relativi agli elenchi e alle transazioni di venditori di terze parti sulla piattaforma alimentano sistematicamente gli algoritmi per le vendite al dettaglio del gruppo, sulla base dei qualiAlazon decide quali nuovi prodotti lanciare, il prezzo di ogni singola offerta, la gestione delle scorte e la scelta del miglior fornitore per un prodotto. Ha spiegato Vestager: «Le nostre preoccupazioni riguardano le informazioni che Amazon Retail ha sui dati aziendali sensibili di un particolare venditore e quelle sui dati aziendali di oltre 800 mila venditori che coprono oltre un miliardo di prodotti». Se non sono “big data” questi…. Mentre i rivenditori investono molto per identificare i prodotti da offrire assumendosi dei rischi quando investono, Amazon ha la strada aperta usando i dati del venditore di terze parti per le proprie strategie. Il gruppo si dichiara non d’accordo con le conclusioni di Bruxelles indicando di rappresentare meno dell’1% del mercato al dettaglio globale e che «in tutti i Paesi in cui operiamo ci sono rivenditori più grandi».

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I DETTAGLI
Quanto alla nuova inchiesta, Amazon è sotto tiro per pratiche che potrebbero favorire artificiosamente le proprie offerte al dettaglio e le offerte di venditori sul mercato che utilizzano i suoi servizi di logistica e consegna. Sotto esame i criteri per selezionare il vincitore della “Buy Box”, la casella nella pagina dei dettagli del prodotto in cui i clienti possono avviare la procedura di acquisto aggiungendo prodotti ai carrelli di spesa (più venditori possono offrire lo stesso prodotto): essere scelti per occuparla è fondamentale dato che da lì viene generata la stragrande maggioranza di tutte le vendite.
Non va sottaciuto il rilievo politico delle nuove mosse della Ue, che ha fatto del contrasto delle pratiche anticoncorrenziali dei gruppi digitali uno dei terreni di intervento più importanti. Insieme a quello della tassazione dei colossi del Web. Mentre Vestager annunciava la decisioni contro Amazon, la presidente von der Leyen lanciava un’offerta rivolta al futuro a Biden per rafforzare la partnership transatlantica. Una nuova alleanza Ue-Usa come «spina dorsale di una nuova alleanza globale». Avvisando però che, in assenza di un accordo internazionale sulla tassazione dei colossi digitali, l’Europa procederà da sola. Solo all’inizio del 2021 si capirà come Biden intende gestire questo fronte. 
A.P.S.
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Ultimo aggiornamento: 11 Novembre, 00:45 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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