Oriente furioso/ Se bastano dieci minuti per divorziare e risposarsi

Lunedì 10 Maggio 2021 di Pio d'Emilia

Volete allungare il viaggio di nozze? Estendere il congedo matrimoniale? Divorziate e risposatevi subito.

Può funzionare.

È quello che si sono inventati due furbacchioni di Taiwan, una delle democrazie più avanzate in Asia (l’unica, ad esempio, dove è riconosciuto il matrimonio gay). Il congedo matrimoniale a Taiwan è previsto e garantito dalla legge per tutti i lavoratori dipendenti: ma è di “appena” 11 giorni (in Italia sono 15, negli Usa zero). A Lee Huang, un impiegato di banca di 34 anni, e alla sua fidanzata, artista e sua coetanea, non sembravano sufficienti. Si sono ingegnati e – pare su suggerimento di un impiegato del Comune – hanno scoperto che la legge non impone alcun limite al numero dei matrimoni: il congedo spetta ogni volta che si pronuncia il sì. E siccome Taiwan è anche uno dei Paesi dove il divorzio – quanto meno quello consensuale - è molto semplice da ottenere (in genere basta presentarsi da un impiegato del Comune, dichiarare la propria intenzione e mettere due firme), i due furbacchioni ci hanno provato. Nel giro di poco tempo si sono sposati tre volte, due delle quali nello stesso Comune, di fronte ad un funzionario tanto perplesso - immaginiamo - quanto impotente. Uno, anzi, due persone, possono anche cambiare idea no? Si litiga, si divorzia, ma poi ci si rende conto che ci si ama ancora e ci si risposa. 

Nella maggior parte dei Paesi (immaginatevi in Italia, con i tempi biblici ed i costi che nonostante le recenti modifiche alla legge sono ancora necessari per divorziare) questa cosa non sarebbe possibile e comunque non praticabile nel giro di pochi giorni o addirittura ore. Ma a Taiwan sì. E teoricamente anche in Giappone, dove fino al secolo scorso bastava pronunciare la frase “Mikudari Han” (“tre righe e mezza”, quelle necessarie a scrivere «ci lasciamo, siamo liberi, buona fortuna») per divorziare. Oggi è un po’ più complicato: bisogna recarsi di persona allo sportello, con due testimoni. Ma il divorzio comunque è istantaneo.

Ovviamente la banca per cui lavorava Lee (nel frattempo si è licenziato) ha mangiato la foglia e alla domanda di 33 giorni di licenza matrimoniale per tre matrimoni risponde picche, concedendo solo i primi 11. Ma Lee non si arrende. Si trova un giovane e combattivo avvocato e cita la banca per violazione del contratto di lavoro. Il tribunale gli dà ragione, condannando la banca ad una ingente multa, e imponendole di riconoscere i 33 giorni di ferie pagate all’astuto Lee, più un cospicuo risarcimento. La cosa finisce sui giornali e scatena un putiferio. Il vice sindaco di Taipeh li insulta pubblicamente, accusandoli di essersi presi gioco della legge, e un procuratore tenta anche di incriminarli per truffa. Ma si deve arrendere subito: i due non hanno violato alcuna legge.

Se a Taiwan c’è chi si sposa tre volte nel giro di pochi giorni, nel resto dell’Asia – il fenomeno è comune un po’ a tutti i Paesi – i matrimoni sono in crisi. Corea (del Sud) e Giappone sono quelli che registrano i cali più marcati: -18% in Giappone, -15% in Corea. Sposarsi costa molti soldi, non solo per le varie cerimonie (i giapponesi amano sposarsi prima con il vestito bianco, facendosi benedire le nozze in chiese fasulle da preti fasulli, per poi cambiarsi d’abito e seguire la complicata, sontuosa cerimonia shintoista) ma anche perché bisogna comprare una casa e fare i figli, ed in questo momento storico molte coppie non possono o non vogliono. 

C’è poi il problema che la predilezione per i figli maschi, antica tradizione orientale attenuatasi negli ultimi tempi in Cina e Giappone ma ancora molto forte in Corea, ha fatto sì che ci siano in giro troppi maschietti e poche femmine. Il che ha aperto il cosiddetto mercato delle spose: migliaia di coreani vanno ogni anno nelle filippine ma soprattutto in Vietnam per trovare moglie. L’opposto di Hong Kong, dove i maschi cercano moglie nel “continente” lasciando senza potenziali partner le donne locali, considerate meno “servizievoli” e troppo emancipate. Con il risultato che nelle agenzie di incontri, le donne pagano fino a 1000 euro iscrizione mentre per gli uomini è gratis. 

Ma trovare un partner, oggi, non è facile: in Giappone, dicono le proiezioni, entro il 2050 un uomo su quattro resterà celibe mentre aumenteranno esponenzialmente le mamme single. Oggi solo il 2% dei bambini nasce fuori dal matrimonio (in Corea ancora meno, l’1,7%, contro quasi il 50% nel Regno Unito) ma grazie all’aumento delle strutture per l’infanzia e maggior attenzione da parte del governo anche molte donne giapponesi cominciano a pensare che sia possibile e a volte meno complicato, crescere un figlio da sole piuttosto che con un marito che non c’è mai e quando c’è va “accudito”.

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