La spending review, tagli alla spesa per 3 miliardi: task force per ridurre gli sgravi

Domenica 30 Settembre 2018 di Francesco Pacifico
La spending review, tagli alla spesa per 3 miliardi: task force per ridurre gli sgravi
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ROMA Per la cronaca gli stessi soldi – tre miliardi di euro – furono chiesti da Giovanni Tria ai colleghi ministri prima dell’estate. Allora la risposta al titolare dell’Economia fu negativa, anche quando questi scese a un miliardo. Ma adesso a rilanciare la spending review, a ricercare nelle pieghe del Bilancio tra i tre e i quattro miliardi di euro, è Luigi Di Maio. Soprattutto nel mare magnum degli incentivi a imprese e famiglie. Proprio il vicepremier ha lanciato ieri l’operazione “Mani di forbice”. Anche perché all’interno del governo ci si è resi conto che gli 1,6 punti di deficit/Pil in più - che daranno circa 27 miliardi di euro - non saranno sufficienti a coprire una manovra che potrebbe salire fino a 40 miliardi tra reddito e pensioni di cittadinanza (10 miliardi), flat tax alle piccole imprese (2,5 miliardi) e “Quota cento” previdenziale (8 miliardi) per anticipare l’uscita dal lavoro e superare i più rigidi paletti della legge Fornero. Senza contare quello che sarà necessario per sterilizzare l’aumento dell’Iva (12,4 miliardi), le spese indifferibili (circa 3,6 miliardi), l’aumento degli interessi sul debito (fino a 4 miliardi).

L’ANNUNCIO
A margine del Global Forum per la democrazia diretta in Campidoglio, il vicepremier ha annunciato: «Adesso nasce il team mani di forbice che comincerà a tagliare tutto quello che è inutile. Il 2,4 di deficit si impone perché noi abbiamo trovato tanti tagli da fare in questi 4 mesi ma che andranno a regime alla fine dell’anno prossimo». Sempre Di Maio ha annunciato che a breve sarà operativa a palazzo Chigi una task force - per l’appunto il team “Mani di forbici” - guidato dal viceministro leghista Massimo Garavaglia e dal sottosegretario grillino Barbara Castelli, «anche per ripagare il debito». Spiegano da fonti della maggioranza che indicativo il fatto che Di Maio abbia voluto citare «soltanto Garavaglia e la Castelli e non coinvolgere in questo progetto il ministro Tria. Già nelle scorse settimane, quando sembrava impossibile sfondare il tetto del 2 per cento del deficit/Pil, molti parlamentari del Movimento avevano ripreso in mano le spending review realizzate da Carlo Cottarelli e Roberto Perotti per trovare le coperture alle loro proposte». Ma Cottarelli e Perotti hanno basato il loro lavoro su due voci - previdenza e pubblico impiego - che l’attuale maggioranza gialloverde non può toccare: vuoi perché quello che si recupera con il taglio delle pensioni d’oro finirà per finanziare “Quota cento”, vuoi perché il ministro della Pubblica amministrazione, Giulia Bongiorno, ha promesso lo sblocco del turn over. In quest’ottica, e visti i tempi brevi, la task “Mani di forbici” guarderà soprattutto al monte degli incentivi fiscali a imprese e famiglie, che valgono 75,2 miliardi. Alcuni non sono aggregabili (come gli sgravi ai mutui) altri, circa una settantina, finiscono per favore un numero bassissimo di contribuenti, cioè una platea di meno di 30 mila contribuenti.

ALTRI CAPITOLI
Altri capitoli di spesa da aggredire potrebbero essere la spesa farmaceutica - al ministero della Salute il ministro Grillo ha aperto un tavolo per limitare gli esborsi-, i costi della politica guardando questa volta alle sedi istituzionali, le commesse per della Difesa, gli acquisti della Pa o gli appalti pubblici. Più complesso, anche per mancanza di tempo, invece intervenire sul versante degli sprechi degli enti locali. Anche perché come ha annunciato il viceministro Garavaglia ieri l’obiettivo è farli investire: «Entro la fine dell’anno verrà emessa una circolare in cui si chiederà a tutti i Comuni di spendere tutti i soldi dell’avanzo di cassa»
Ultimo aggiornamento: 18:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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