Istat, Pil all'1.2%: l'Italia cresce, ma senza giovani. Gli stipendi bassi provocano la fuga dei talenti

Sabato 8 Luglio 2023, 00:01 - Ultimo aggiornamento: 09:39

Salari al palo

Quello dei salari è uno dei nodi più difficili da sciogliere per l’economia italiana. Nei primi cinque mesi dell’anno le retribuzioni sono cresciute appena del 2,2%, a fronte di un caro prezzi in aumento del 9%. Da Nord a Sud i lavoratori guadagnano infatti circa 3.700 euro l’anno in meno rispetto alla media dei colleghi europei e oltre 8mila euro in meno della media di quelli tedeschi.
La retribuzione media annua lorda per dipendente è pari a quasi 27mila euro, inferiore del 12% rispetto a quella Ue. L’Istat indica che tra il 2013 e il 2022 la crescita totale delle retribuzioni lorde per dipendente in Italia è stata del 12%, circa la metà della media europea. Il potere di acquisto, negli stessi anni, è sceso del 2% (mentre negli altri Paesi è salito del 2,5%). Per migliorare la situazione i salari dovrebbero essere adeguati al caro vita. Ma su questo fronte siamo in ritardo. «La maggior parte dei rinnovi siglati nel 2022 - rileva l’Istat - hanno fissato incrementi più in linea con l’evoluzione dell’inflazione, ma rappresentano meno del 10% dei dipendenti complessivi». Lo scorso anno le retribuzioni previste dai contratti sono aumentate dell’1,1%. Una dinamica moderata, nonostante l’intensa attività negoziale, che ha visto 33 contratti rinnovati, per 4,4 milioni di dipendenti. Le maggiori criticità ci sono nel settore dei servizi privati, «con un’ampia quota di dipendenti con il contratto scaduto».

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