ROMA - Si avvicina la soluzione definitiva per lo sblocco dei crediti fiscali legati al superbonus e agli altri bonus edilizi. L'emendamento dovrebbe arrivare alla Camera entro lunedì e in queste ore maggioranza e ministero dell'Economia stanno limando i dettagli, che mai come in una materia complessa come questa sono rilevanti. Alla fine dovrebbe passare il meccanismo della compensazione attraverso gli F24 bancari, anche se in una versione ristretta, con alcuni paletti. E si studia pure un paracadute per gli stessi istituti di credito, sotto forma di Btp da ottenere in cambio delle somme non smaltite. L'obiettivo politico del governo è chiaro: mettere un punto a una vicenda che si trascina da tempo, con famiglie e soprattutto imprese a rischio di perdite ingenti. Con un paragone fantasioso ma non infondato si è parlato di "esodati" del superbonus: così come a suo tempo i lavoratori che avevano lasciato il posto contando su regole previdenziali poi cambiate in corsa si erano ritrovati senza né stipendio né pensione, così molte ditte avevano fatto affidamento sulla possibilità di scontare presso le banche i crediti relativi ai lavori e si sono poi ritrovate senza la liquidità attesa, spesso sull'orlo del fallimento.
L'ANNUNCIO
A bloccare tutto era stato l'annuncio da parte della banche di non avere più "capienza": ovvero di aver esaurito i margini per recuperare gli importi in questione dallo Stato, a valere su imposte e contributi da versare. Un conteggio per la verità non del tutto condiviso dal ministero dell'Economia, che anzi sulla base delle informazioni dell'Agenzia delle Entrate stima in oltre 7 miliardi lo "spazio" ancora disponibile per gli istituti di credito (e in 10 quello delle assicurazioni). Dal settore bancario è arrivata la richiesta di poter fare ricorso anche agli F24 dei propri clienti, ovvero i modelli con cui vengono effettuati da questi ultimi i propri pagamenti fiscali. L'idea però non convinceva del tutto il ministro Giorgetti; ora dovrebbe entrare nel piano definitivo ma con alcune limitazioni. A tutela delle banche si lavora poi ad una compensazione che passa per i Btp: lo Stato accetterebbe di convertire in titoli di Stato a dieci anni i crediti non assorbiti. In questo modo gli importi si scaricherebbero solo in parte sul bilancio pubblico: più precisamente peserebbero sul debito ma non sul deficit annuale. Si tratta di un escamotage a cui in passato i governi hanno fatto ricorso, dovendo far fronte a impegni finanziari imprevisti.
Nella giornata di ieri circolava anche un'altra ipotesi, a cui ha fatto riferimento il presidente della commissione Finanze della Camera, Marco Osnato (Fdi): quella di un "veicolo", una sorta di piattaforma su cui scambiare crediti provvisti di una garanzia pubblica. Si tratta però di una soluzione più complessa e dunque non di immediato utilizzo, che al momento rimane sullo sfondo.
Intanto le pressioni discrete del ministro Giorgetti sembrano aver ottenuto qualche risultato, con una parte del mondo bancario, a partire da Bpm, che sta tornando ad acquistare crediti.
I COMMENTI
La messa a punto di una soluzione è stata salutata con favore da Confedilizia. «Si aprono spiragli su una vicenda intricata» ha commentato il presidente Giorgio Spaziani Testa. «Dal Parlamento poi - ha aggiunto Spaziani Testa - sono giunte in queste ore ulteriori notizie positive, come l'approvazione dell'emendamento che mantiene il sistema della cessione del credito e dello sconto in fattura per gli interventi per l'eliminazione delle barriere architettoniche, come da noi proposto (insieme con i lavori di miglioramento sismico), e le aperture previste per gli interventi di edilizia libera».
Profilo Abbonamenti Interessi e notifiche Newsletter Utilità Contattaci
Logout