Superbonus 110%, senza proroga 10mila cantieri a rischio: chi rientra e chi non potrà concludere gli interventi. Politica spaccata

Secondo il Cna sono a rischio 10mila cantieri nei condomini con una proroga limitata del Superbonus 110%. L'Ance chiede di concedere il sussidio ancora per sei mesi nel 2024. Il governo ci sta ragionando.

Martedì 12 Settembre 2023 di Giacomo Andreoli
Superbonus 110%, senza proroga 10mila cantieri a rischio: chi rientra e chi non potrà concludere gli interventi. Politica spaccata

Senza una proroga ampia per il Superbonus 110% sono a rischio migliaia di lavori in casa in tutta Italia. Secondo il Cna sono addirittura 10mila . All'Osservatorio della Confederazione sui bonus edilizi risulta che qualora la proroga preveda una percentuale di avanzamento lavori al 60% (che corrisponderebbe al secondo step per ottenere il beneficio per tre mesi ancora nel 2024, invece della scadenza naturale del 31 dicembre 2023) oltre il 50% dei cantieri avviati non sarà nelle condizioni di concludere gli interventi.

Per questo, secondo l'Ance (l'associazione nazionale costruttori edili) sarebbe indispensabile riaprire rapidamente l'acquisto dei crediti da parte delle società partecipate dallo Stato e assicurare una proroga di almeno 6 mesi del Superbonus per gli interventi sui condomini già avviati al 17 febbraio 2023.

Sul bonus, però, la politica è spaccata: con il governo, in primis Fratelli d'Italia, che ne segnala i costi molto elevati che si sta sobbarcando lo Stato e vuole varare una nuova stretta, mentre dall'opposizione il Movimento 5 Stelle ne difende la ratio, parlando di beneficio per l'economia nazionale in difficoltà.

Cosa succederà quindi ai condomini a "rischio"?

Superbonus 110%, i cantieri a rischio con la mini-proroga

L'obiettivo dell'esecutivo, in ogni caso, è non bloccare i cantieri, con lo sconto che altrimenti passerebbe al 90% per la parte di lavori ancora non terminata. Un decalage che potrebbe mettere in difficoltà qualche impresa edilizia o essere sfruttata da altre per minacciare blocchi e licenziamenti di operai. 

Per il Cna è necessaria una proroga per i condomini che hanno avviato i cantieri per gli interventi del Superbonus 110% e che hanno già raggiunto uno stato di avanzamento lavori a settembre pari al 30%. Inoltre il Cna sottolinea la necessità di dare risposte al grave problema dei crediti incagliati che zavorrano migliaia di imprese del settore esponendole al rischio di fallimento.

Quante persone sono coinvolte

Per l'Ance la proroga di sei mesi nel 2024 dovrebbe avere la sola condizione che, al 31 dicembre 2023, siano stati effettuati lavori per almeno il 30% dell'intervento complessivo. Lo ha detto il vicedirettore generale dell'associazione dei costruttori edili Romain Bocognani in audizione in Senato sul decreto Asset.

Anche l'Ance sottolinea poi «la necessità di trovare soluzioni efficaci al blocco della cessione del credito che sta determinando forti criticità sotto il profilo sociale e avendo conseguenze dirette su moltissime famiglie proprietarie delle abitazioni oggetto di riqualificazione».

Secondo le stime dell'associazione, «si tratta di 320.000 nuclei familiari per un totale di 752.000 persone (più della popolazione di Palermo e poco meno di quella di Torino). A fronte di 30 miliardi di crediti fiscali incagliati (stima fornita dal Governo in sede parlamentare), è infatti possibile stimare un numero di interventi in difficoltà per via del blocco delle cessioni pari a quasi 95mila, tenendo in considerazione il fatto che i condomini stanno aumentando la loro incidenza sul complesso degli interventi. Bocognani ha quindi ricordato che negli ultimi mesi i condomini hanno rappresentato più del 95% dell'importo dei lavori e più dei tre quarti degli interventi e «la nuova proroga del termine per fruire del 110%, riferita agli interventi sulle unifamiliari già iniziati da tempo, è positiva ma non sufficiente per risolvere il problema»

«Per quanto riguarda invece i rincari dei materiali nei lavori pubblici che, secondo l'Ance, «continua a rappresentare un ostacolo per la tempestiva realizzazione dei cantieri in Italia», l'associazione evidenzia «la necessità di rinnovare nel 2024 le misure straordinarie già adottate per il caro materiali negli anni 2022 e 2023 (DL «Aiuti» 50/2022) per evitare il blocco dei cantieri».

Come può cambiare la proroga del governo

Stando alle regole attuali il sostegno scadrà a fine anno per villette e condomini. Per le villette, però, lo sconto vale solo se entro il 30 settembre 2022 si sono realizzati almeno il 30% dei lavori. Per i condomini i lavori devono comunque essere stati avviati sempre nel 2022.

Il governo ragiona su tutte le possibili proroghe, a partire dai condomini. Per questi lavori si potrebbe andare oltre dicembre, prevedendo un allungamento forse maggiore dei tre mesi inizialmente pensati, quindi anche oltre marzo 2024. Potrebbe però comunque rimanere una soglia di avanzamento lavori al 60% (difficile, ma non impossibile, che si riduca al 30%) entro settembre/ottobre. Per le villette, invece, lo sconto pieno dovrebbe esaurirsi a fine anno. 

Sono poi possibili nuovi interventi per sbloccare i crediti fiscali incagliati. Il ministero dell'Economia, dopo gli ultimi interventi con il decreto Omnibus di agosto, sta studiando nuove misure.

Negli ultimi giorni, intanto, Poste italiane, che precedentemente aveva sospeso il servizio di acquisto di crediti d’imposta legati ai bonus edilizi (in primis il Superbonus), ha riavviato l’acquisizione dei crediti per le persone fisiche, limitata alle “prime cessioni” per un ammontare massimo di 50mila euro.

Ultimo aggiornamento: 22:44 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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