Stipendi, quanto sta aumentando davvero la busta paga? Ecco gli effetti (pratici) del taglio del cuneo

Con il taglio del cuneo fiscale in questi giorni arrivano fino a circa 70 euro netti in più in busta paga: ecco quanto guadagneranno i lavoratori e cosa cambia nel cedolino

Venerdì 4 Agosto 2023 di Giacomo Andreoli
Alcune voci della busta paga con il corrispettivo pagamento o addebito

Con il taglio del cuneo fiscale voluto dal governo stanno aumentando gli stipendi di tutti coloro che guadagnano fino a 35mila euro.

L'aumento, fino a circa 70 euro netti, secondo i calcoli realizzati per Il Messaggero da Giuseppe Buscema, della Fondazione studi Consulenti del Lavoro, varranno fino a fine anno. Nel frattempo, con la legge di Bilancio, l'esecutivo cerca risorse per prolungare il taglio del cuneo, almeno in parte, per il prossimo anno.

Il cedolino arriva o a fine luglio o entro la metà di questo mese. Con questa busta paga, poi, per molti potrebbero scattare altre sorprese. Se si è inviato il 730 entro la fine di giugno, l'eventuale rimborso Irpef arriverà con la busta paga di luglio. Per qualcuno, infine, ci sarà anche la quattordicesima. Vediamo nel dettaglio di quanto saliranno gli stipendi.

Taglio del cuneo fiscale, cosa cambia in busta paga

L'articolo 39 del decreto Lavoro, appena trasformato in legge, stabilisce che per i periodi di paga dal 1 luglio 2023 al 31 dicembre 2023, senza ulteriori effetti sul rateo di tredicesima, la misura dell'esonero è elevata da due punti a sei punti percentuali per i redditi fino a 35mila euro e a sette punti per i redditi fino a 25mila euro.

Ecco, dunque, gli effetti della nuova "sforbiciata" al cuneo fiscale: taglio di quattro punti che consente di raggiungere, per i redditi più bassi, il 7%. Da luglio 2023, si applicherà la riduzione alle buste paga con retribuzione fino a 2.692 euro: sarà pari al 6%; per quelle che non superano 1.923 euro raggiungerà invece il 7%. Operativamente viene riproposto lo stesso meccanismo attualmente già previsto, cioè l’abbattimento della ritenuta contributiva a carico dei dipendenti.

Di quanto salgono gli stipendi

Secondo i calcoli fatti per Il Messaggero da Giuseppe Buscema, esperto della Fondazione Studi dei Consulenti del lavoro, chi ha una busta paga mensile da 1000 euro lordi, prima dell'ultimo decreto Lavoro, con gli sconti varati in un anno dal governo Draghi prima e con l'ultima legge di Bilancio poi, aveva un risparmio mensile di 30 euro. Ora, a partire da luglio, il “bonus” ogni trenta giorni (fino a dicembre) sale a 70: quindi 40 euro in più.

Chi ne guadagna 1500 passa da 45 a 105 euro in più al mese, per un guadagno di 60 euro. E ancora: un lavoratore con 1900 euro lordi ogni 30 giorni va da 57 a 133 euro in più, con un risparmio aggiuntivo di 76 euro. Il guadagno sale a 100 euro per chi prende 2500 euro al mese (da 50 a 150 euro in più in busta paga). Infine il lavoratore che guadagna poco meno di 2700 euro lordi avrebbe circa 108 euro di risparmio.

Gli aumenti netti nel cedolino

Questi aumenti, però, sono “lordi”, perché sullo stipendio più alto si ricalcolano le tasse con un leggero aggravio. Il risparmio, insomma, non si riverserà totalmente sull’importo netto. Il minore esborso di contributi, infatti, fa sì che la base imponibile su cui viene calcolata l’Irpef aumenta: di conseguenza, sarà maggiore l’imposta sul reddito da versare.

Vediamo quindi il netto. Secondo Buscema chi guadagna 1000 euro lordi ne riceverà 31 netti in più, chi guadagna 1550 euro lordi ne prenderà 45. Salendo con lo stipendio: chi ne prende circa 2000, sempre lordi, vedrà il netto aumentare di circa 60 euro. Infine per chi arriva a 2692 euro lordi al mese, il limite massimo per ricevere lo sconto, prenderà circa 70 euro in più.

L'arrivo della quattordicesima

Per coloro che sono impiegati nei settori dove espressamente prevista dal contratto collettivo di riferimento, la busta paga di luglio porterà anche il tanto atteso pagamento della quattordicesima mensilità che equivale, per definizione, a quello dell'ultima retribuzione percepita, a patto però di aver lavorato almeno 12 mesi nell’ultimo anno. In caso contrario viene ricalcolata tenendo conto dei soli mesi lavorati.

Il rimborso Irpef in busta paga

Per alcuni dipendenti a luglio in busta paga c'è anche il rimborso Irpef. A riceverlo saranno coloro che hanno presentato la dichiarazione dei redditi entro la scadenza del 31 maggio. Qualora del 730 risulti un credito Irpef, sarà il datore di lavoro ad anticiparne l'importo nella busta paga. Alcuni lavoratori potranno ricevere fino a 1.200 euro in più, se lo scorso anno non hanno beneficiato - pur avendone diritto - del trattamento integrativo di 100 euro al mese.

La restituzione dell'ex bonus Renzi

I quasi 1.200 euro dati in busta paga dal 1° gennaio 2022 verranno pienamente riconosciuti a chi ha un reddito fino a 15mila euro. Chi è nella fascia 15mila-28mila (la soglia massima per ricevere l'aiuto), invece, per non vedersi i soldi sottratti dopo l'invio della dichiarazione dei redditi 2023 deve soddisfare questa condizione: la somma delle detrazioni deve essere inferiore all’imposta lorda dovuta.

Se le detrazioni superano l’imposta lorda, non spetta più tutto l'ex bonus Renzi. In questo caso, come recita la norma, «il trattamento integrativo è riconosciuto per un ammontare non superiore a 1200 euro, determinato in misura pari alla differenza fra la somma delle detrazioni e l’imposta lorda». Quindi ad alcuni potrebbero essere chiesti indietro parte di quei 1200 euro, ad alcuni addirittura tutti. Tutto dipende da quante spese si portano in detrazione con la dichiarazione dei redditi.

Ultimo aggiornamento: 22:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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