Non si può escludere un ulteriore slittamento dell’ultimo minuto, ma al momento resta soltanto una settimana di tempo per i lavoratori fragili che vogliono utilizzare lo smart working previsto per legge.
La scadenza è infatti il 30 settembre, come previsto dalla legge di conversione del decreto Lavoro, per tutti coloro che sono affetti da gravi patologie croniche con scarso compenso clinico e con particolare connotazione di gravità e operano sia nel settore privato che in quello pubblico.
I GENITORI DI UNDER 14
La stessa norma, però, non prende in considerazione i casi in cui non ci sono mansioni che il dipendente può effettuare a distanza. Resta dunque al datore di lavoro la scelta, non potendo in alcun modo opporre lo smart working al lavoratore super-fragile. Al contrario, i genitori di figli under 14 e i professionisti che rischiano una maggiore esposizione al contagio da Covid-19 (per età anagrafica, presenza di patologie oncologiche o svolgimento di terapie salvavita) hanno la proroga confermata fino al 31 dicembre. In questo caso, però, il datore di lavoro è autorizzato a negare il lavoro agile se le mansioni che il richiedente effettua non danno possibilità di operare da remoto.
LE STRADE POSSIBILI
Cosa fare dal primo ottobre. La doppia scadenza si spiega con i costi maggiori a carico del datore di lavoro per quanto riguarda la tutela del lavoro da remoto per i lavoratori super-fragili rispetto alle due categorie che sono tutelate fino al termine dell’anno. Cosa succederà quando, dal primo ottobre, lo smart working arriverà al termine per i soggetti affetti da gravi patologie? Il governo potrebbe studiare una soluzione per evitare il richiamo all’attività in sede è la richiesta di una certificazione medica che li faccia rientrare nelle condizioni di fragile, a maggior rischio di contagio e quindi con scadenza del lavoro da remoto fissato al 31 dicembre (anche se legato alla compatibilità delle mansioni).
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