Verrà abrogato tra poco meno di un anno nell'ambito di una riforma che entrerà in vigore per step. Il Reddito di cittadinanza andrà via via scomparendo e i risparmi di spesa dovuti all’abrogazione saranno versati nel Fondo per il sostegno alla povertà e per l’inclusione attiva , istituito nello stato di previsione del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, dall’anno 2024.
Reddito di cittadinanza, scoperti e denunciati 43 furbetti
Le province dove è più richiesto
In Campania i nuclei richiedenti Rdc o Pdc sono passati da quota 227.186 (2021) a 288.063 (2022). Sessantamila in più da un anno all’altro. Peraltro l’anno appena terminato è quello durante il quale si è registrato - sempre in Campania - il numero più elevato di domande di accesso al beneficio dalla sua introduzione (2019). Nella sola provincia di Napoli le richieste di Rdc o Pdc sono state, nel 2022, 180.787: il 13% del totale nazionale. Ma l’Inps ha annunciato anche di aver aumentato l’efficienza dei controlli sui richiedenti e percettori del Reddito «attraverso lo scambio di informazioni con il ministero della Giustizia».
Il 20 gennaio è stato «siglato il protocollo operativo tra l’Istituto e il ministero della Giustizia - Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria - che consentirà, nel pieno rispetto della normativa sulla privacy, la verifica mensile e automatica, operata con sistemi di interoperabilità e modalità strutturata di scambio dati, dell’eventuale stato detentivo dei richiedenti il reddito di cittadinanza, prima dell’erogazione del beneficio». Inoltre, l’attuazione del protocollo «consentirà ad Inps di disporre, in automatico, la revoca e il recupero della prestazione indebita. Duque, aumento di richieste ma anche di controlli, viste le numerose inchieste che hanno riguardato persone che non avevano diritto al Reddito di cittadinanza ma lo continuavano a percepire, magari lavorando in nero.
Cosa avverrà nel 2024
Cosa avverrà, dunque, dal primo gennaio del 2024? Come riportato sul sito del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, retto dal ministro Maria Elvira Calderone: «Il Reddito di cittadinanza sarà abrogato nell’ottica di un’organica riforma delle misure di sostegno alla povertà e di inclusione attiva, i risparmi di spesa dovuti all’abrogazione saranno versati nel Fondo per il sostegno alla povertà e per l’inclusione attiva, istituito nello stato di previsione del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, dall’anno 2024». Sempre sul sito del dicastero viene spiegato come la riforma dello strumento attivato nel 2019 durante il governo Conte si modificherà nel corso dei mesi: dal 1° gennaio al 31 dicembre di quest’anno, «la misura è riconosciuta nel limite massimo di 7 mensilità. Ad eccezione dei nuclei familiari al cui interno vi siano persone con disabilità, minorenni o con almeno sessant’anni di età». Dall’inizio del 2023, comunque, «i soggetti beneficiari» sono stati inseriti, per un periodo di sei mesi, in un corso di formazione o di riqualificazione professionale. «In caso di mancata frequenza del programma assegnato - viene ancora specificato -, il nucleo familiare del beneficiario del Reddito di cittadinanza decade dal diritto alla prestazione. Le Regioni devono trasmettere all’Anpal (l’Agenzia nazionale delle politiche attive del lavoro) gli elenchi dei soggetti che non rispettano l’obbligo di frequenza».
Inoltre, «a decorrere dal 1° gennaio, per i beneficiari del Reddito di cittadinanza appartenenti alla fascia di età compresa tra 18 e 29 anni che non hanno adempiuto all’obbligo di istruzione, l’erogazione» del contributo «è subordinata anche all’iscrizione e alla frequenza di percorsi di istruzione degli adulti di primo livello, o comunque funzionali all’adempimento del predetto obbligo di istruzione. Infatti, «con apposito protocollo, stipulato dal ministero dell’Istruzione e del merito e dal ministero del Lavoro, sono individuate azioni volte a facilitare le iscrizioni ai percorsi di istruzione erogati dai centri provinciali per l’istruzione degli adulti e, comunque, per l’efficace attuazione delle disposizioni». Il beneficio del Reddito «decade anche nel caso in cui sia rifiutata la prima offerta di lavoro». E «la quota dell’assegno destinata all’affitto sarà pagata direttamente ai proprietari». Queste le decisioni le decisioni dell’esecutivo guidato dal premier Giorgia Meloni e che, probabilmente, derivano anche dai dati diffusi dall'Inps, visto che l’Osservatorio 2022 sull’Rdc (e sulla Pdc, la Pensione di cittadinanza) ha comunicato che l’anno appena concluso ha visto - rispetto al 2021 - una crescita delle domande di accesso al contributo molto evidente. Trend che è maturato peraltro nell’ultima parte del 2022, proprio quando è stata annunciata la riforma del Reddito. Una corsa ad accaparrarsi gli ultimi stanziamenti probabilmente perché in arrivo le modifiche.