Pensioni, Quota 103: stipendi più ricchi per chi resta al lavoro. Contributi in busta paga

L’Inps sblocca le domande per ricevere i contributi direttamente in busta paga

Domenica 24 Settembre 2023 di Andrea Bassi e Francesco Bisozzi
Pensioni, Quota 103: stipendio più ricco per chi resta al lavoro. Contributi in busta paga

Pensioni. Si sblocca l’incentivo per i lavoratori del pubblico e del privato che hanno maturato i requisiti per uscire dal lavoro con Quota 103 (62 anni e 41 di contributi) e che hanno deciso di rimanere in ufficio.

Pensioni, posticipo uscita Quota 103: sconto contributivo in busta paga

Quota 103, come funziona

La norma era stata introdotta lo scorso anno insieme al prepensionamento per “convincere” più persone possibile a non usare lo scivolo per la pensione, a fronte del riconoscimento di una retribuzione più alta del 9,19 per cento, pari cioè alla quota di contributi a carico del lavoratore.

Un incentivo più appetibile per chi ha redditi superiori ai 35 mila euro, visto che sotto questa soglia i contributi sono già stati ridotti aumentando le buste paga (del 7 per cento per i redditi fino a 25 mila euro e del 6 per cento per quelli tra 25 e 35 mila euro).

A rendere operativo il bonus è stata una circolare dell’Inps con le istruzioni contabili utili ad attuare l’agevolazione.

L'incentivo

La misura, introdotta con l’ultima legge di Bilancio, in pratica prevede che il datore di lavoro versi in busta paga, invece che all’Inps, i contributi previdenziali a carico del dipendente. Piccolo sacrificio: quest’ultimo quando deciderà di andare in pensione riceverà un assegno previdenziale un po’ meno generoso. Per quanto riguarda i tempi di erogazione dei pagamenti, l’Inps ha precisato che «i lavoratori che hanno presentato la domanda di rinuncia dell’accredito contributivo entro il 31 luglio, avendo perfezionato i requisiti di accesso alla pensione anticipata flessibile entro tale data, hanno facoltà di chiedere che la rinuncia produca effetto a decorrere dalla prima decorrenza utile di quota 103». Il bonus interessa circa 45 mila lavoratori. Tanti sarebbero quelli che finora avrebbero deciso di continuare a svolgere l’attività lavorativa pur avendo i requisiti per andare in pensione con Quota 103. Lo scivolo, stando all’ultimo rapporto dell’Inps, ha totalizzato quest’anno poco più di 5 mila uscite, a fronte di una platea di potenziali beneficiari di quasi 50 mila persone.

Il meccanismo

Per ottenere l’incentivo è necessario presentare all’Inps una domanda di rinuncia all’accredito contributivo. Se quest’ultima è esercitata precedentemente alla prima decorrenza utile della pensione anticipata flessibile, spiega sempre l’Inps nella circolare numero 82 del 22 settembre, l’obbligo di versamento contributivo da parte del datore di lavoro della quota a carico del lavoratore viene meno a partire dalla prima decorrenza utile della pensione anticipata flessibile. Ma, come detto, chi ha optato per la rinuncia all’accredito contributivo va incontro a un piccolo dazio. Se è vero da un lato che la fruizione del beneficio in esame non modifica la determinazione dell’importo delle quote di pensione calcolate con il sistema retributivo, dall’altro l’istituto di previdenza ricorda che l’esonero produrrà effetti sul montante relativo alla quota di pensione contributiva. I dipendenti privati che hanno maturato i requisiti per l’accesso a Quota 103 hanno dovuto attendere aprile per uscire dal lavoro, mentre per gli statali la finestra si è aperta ad agosto.

A chi è destinato

L’incentivo destinato ai “quotacentisti” di quest’anno dovrebbe essere riconfermato anche nel 2024 in caso di una proroga (sempre più probabile) di Quota 103. Nella sua circolare l’Inps ha anche sottolineato che la misura non si pone in contrasto con la normativa europea sugli aiuti di Stato. «L’incentivo in trattazione è rivolto a tutti i rapporti di lavoro dipendente, sia del settore pubblico che privato, e trova applicazione sulla sola quota dei contributi Ivs a carico dei lavoratori che, pur avendo maturato i requisiti di accesso alla pensione anticipata flessibile, scelgono di posticipare il pensionamento e proseguire nello svolgimento dell’attività lavorativa dipendente», si legge nel documento dell’Inps. E ancora: «In relazione alla normativa comunitaria in materia di aiuti di Stato, l’incentivo in trattazione si caratterizza come intervento generalizzato, ossia potenzialmente rivolto a tutti i rapporti di lavoro, instaurati in ogni settore economico del Paese e le cui unità produttive siano localizzate in qualsiasi area del territorio nazionale». 

 

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