Mps, in porto l'operazione Mef: ora parte il risiko sul riassetto. Collocato con successo il 25%, incassati 920 milioni

Il Tesoro ha assunto l'impegno di lock up di 90 giorni e comunque almeno per ora non procederà ad altre vendite

Mercoledì 22 Novembre 2023 di Rosario Dimito
Mps, in porto l'operazione Mef: ora parte il risiko sul riassetto. Collocato con successo il 25%, incassati 920 milioni

Eurizon, Fideuram, Anima, Mediolanum, poi Algebris Capital, Capula Investment Management, Brevan Howard, Marshall Wace, Man group, Egerton Capita: sono i nomi di alcuni degli investitori italiani e hedge fund internazionali, molti dei quali sconosciuti al grande pubblico ma non al mercato finanziario che l'altra sera hanno partecipato al collocamento di una quota di Mps da parte del Tesoro facendo sì che dall'iniziale 20%, la procedura accelerata di raccolta ordini si fermasse al 25% grazie a una domanda di cinque volte superiore all'offerta.

E la loro voracità assieme a quella di altri investitori ha permesso di abbassare dal 6 al 4,9% lo sconto sulle azioni vendute a 2,92 euro permettendo allo stato di incassare 920 milioni. In un contesto favorito dalla promozione dell'outlook da parte di Moody's, il Mef è sceso dal 64,2 al 39,2% facendo diventare meno ingombrante la sua presenza con effetti ad ampio raggio: dare un segnale preciso all'Europa che il piano privatizzazioni da 22 miliardi, è partito con il piede giusto e contribuisce al contenimento del debito pubblico in una fase in cui si discute con le altre Cancellerie di Mes e di patto di stabilità, senza tralasciare la scadenza di giugno 2024 entro la quale, per gli accordi con Dg Comp.

Mps, il Tesoro colloca il 25%: per il Mef incasso di 920 milioni

Con questa mossa azzeccata Giancarlo Giorgetti ha centrato vari obiettivi scegliendo il momento propizio per cedere un pacchetto più corposo di quello che da un paio di mesi alimentava l'aspettativa generale (8-10%). Chiaramente l'offerta sul mercato di oltre 314 milioni di azioni hanno provocato la reazione negativa della Borsa dove il titolo al termine della seduta all'insegna dell'incertezza (Ftse Mib - 1,32%), ha perso il 7,94% chiudendo a 2,82 euro, meno del valore del piazzamento e comunque sempre di oltre il 40% più del prezzo di emissione dell'aumento di capitale da 2,5 miliardi di un anno fa.
Tra tutti gli acquirenti con quote minime, si distinguono le due ammiraglie di Intesa Sp nel risparmio, Anima e la banca di Doris. Poi Algebris, il fondo guidato da Davide Serra che è un azionista fedele di Mps, visto che aveva preso parte alla precedente ricapitalizzazione e al collocamento accelerato, a febbraio, del 7,94% detenuto da Axa.
Nel libro, oltre a BlackRock, Vanguard, State Street, Fidelity e Amundi (noto in Italia visto che è di proprietà del Credit Agricole), ci sono alcuni dei fondi speculativi più aggressivi come Citadel, Bridgewater Associates, AQR Capital Management, D.E. Shaw, MAN Group, Egerton Capital. Essi vorranno beneficiare di un nuovo apprezzamento del titolo per effetto della gestione Maione-Lovaglio ma anche dei nuovi scenari che si riapriranno nel risiko. Senza considerare il giudizio di appello del 27 novembre su Fabrizio Viola e Alessandro Profumo, condannati da una sentenza assurda e priva di fondamento che con la loro auspicata assoluzione potrebbe rasserenare ancora di più il clima riducendo il petitum.

STATO MENO INGOMBRANTE

Il Tesoro ha assunto l'impegno di lock up di 90 giorni e comunque almeno per ora non procederà ad altre vendite, da una posizione di maggiore tranquillità che non dovrebbe condizionare una eventuale richiesta allaUe di andare oltre il prossimo anno per uscire dal capitale.
Ieri chi ha parlato con Giuseppe Castagna l'ha trovato compiaciuto per il successo dell'operazione per l'Italia e perchè a questo punto, secondo lui, dovrebbe allentarsi la pressione speculativa che indicano in Bpm il partner per le nozze. Andrea Orcel fa sapere che a questi prezzi, Mps è fuori dal radar, lo stesso Carlo Cimbri per Bper. Eppure gli esperti ritengono che una fusione sarebbe allettante perchè il peso del Mef sarebbe marginale: ai tempi di Unicredit, il Tesoro avrebbe avuto l'8% con diritti di voto sterilizzati. Adesso, potrebbe avere meno della metà.
Ultimo aggiornamento: 06:33 © RIPRODUZIONE RISERVATA