Incentivi auto, il ministro Urso: «Un miliardo per i nuclei a basso reddito. Bonus per le vetture prodotte in Italia»

Il ministro delle Imprese e del Made in Italy: risorse per spazio, intelligenza artificiale e nuove tecnologie

Mercoledì 27 Dicembre 2023 di Umberto Mancini
Incentivi auto, il ministro Urso: «Un miliardo per i nuclei a basso reddito. Bonus per le vetture prodotte in Italia»

Ministro delle imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, quello che sta terminando è stato un anno complesso: quali sono i più importanti risultati raggiunti? C’è stato il trimestre anti inflazione che ha funzionato, molte iniziative per le imprese, ma anche al nodo Ilva tutto da sciogliere alla messa a terra del Pnrr. Quali sono gli obiettivi per il 2024?

«Sul fronte sociale, torna la fiducia delle famiglie con l’inflazione ai minimi in Europa e il record storico sul fronte della occupazione.

Crescono infatti anche i consumi: un Buon Natale per tutti. La proroga del taglio del cuneo fiscale aumenta il reddito dei lavoratori e quindi delle famiglie, e la deduzione per i nuovi assunti allargherà ancora la base produttiva. Più lavoro e più salario. Sul fronte produttivo il record storico segnato dalla Borsa di Milano e la riduzione dello spread dimostra che il Paese è sempre più appetibile per gli investitori stranieri: il principale fondo di investimento americano, nei suoi report, definisce l’Italia il Paese ideale dove investire in Europa». 

L’Italia ha una politica industriale definita: c’è il tavolo sull’automotive, quello per lo spazio, le nuove tecnologie, la valorizzazione delle filiere. In concreto cosa farete per aumentare la produzione di auto? 

«Abbiamo predisposto un nuovo piano incentivi, sostenibile sul piano ambientale, sociale e produttivo, con quasi un miliardo di euro nel 2024. Abbiamo tre obiettivi: la rottamazione delle auto più inquinanti, le euro 0,1,2,3, con risorse destinate alle famiglie a reddito basso, prevalentemente orientate su modelli realizzati negli stabilimenti italiani, per aumentare la produzione nazionale. Per la tenuta della filiera nazionale è necessario che vengano prodotte in Italia almeno un milione di autovetture, è questo l’obiettivo che ci siamo posti. Puntiamo a realizzare in Italia produzioni tecnologicamente avanzate e sostenibili: tra legge di bilancio e revisione del Pnrr possiamo contare su una dotazione di 3,5 miliardi per i contratti di sviluppo».

E le altre iniziative?

«Nel prossimo anno inoltre realizzeremo tre leggi quadro sull’industria del futuro: la prima sulle tecnologie di frontiera (intelligenza artificiale, metaverso, meccanica quantistica), la seconda sulla Space economy per fare dell’Italia un grande attore nelle politiche spaziali che a livello globale sono tornate a porsi obiettivi sfidanti come il ritorno sulla Luna e l’esplorazione di Marte; la terza sulla Blue economy, per riaffermare il nostro primato nelle risorse marine, anche subacquee».

E su Ilva? 

«Siamo determinati a fare di Taranto il più grande polo europeo anche nella siderurgia green. Siamo al lavoro anche in questi giorni per definire la prospettiva del rilancio, noi non molliamo. Il nostro piano siderurgico nazionale prevede quattro poli, con Taranto al centro, insieme al Polo di Terni, il cui accordo di programma sarà siglato in gennaio, quello di Piombino, per il quale siamo impegnati a far coesistere gli investimenti di Jsw con quelli di Metinvest, la principale azienda ucraina, e le acciaierie del Nord, le più avanzate sul piano ambientale. Negli scorsi mesi ho inaugurato due impianti modello: a Brescia e a Sondrio. È tornata l’Italia del fare».

In campo per le imprese ci sono 13 miliardi, una cifra importante per innovare e creare lavoro, come verranno spesi? 

«13 miliardi in due anni attraverso crediti fiscali per gli investimenti in digitalizzazione ed efficienza energetica: 6,4 miliardi di risorse nazionali a cui si aggiungono i 6,3 miliardi del Piano Transizione 5.0 ottenuti dalla rimodulazione dei fondi del Pnrr. Una parte, sino al 10 per cento, potrà essere usata per la formazione del personale. Aggiungo che queste risorse ci permetteranno di far crescere la filiera produttiva italiana del fotovoltaico, a cominciare dallo stabilimento Enel di Catania, che diventerà così il più grande polo produttivo di pannelli fotovoltaici d’Europa. Questa è politica industriale».

La realizzazione di cui è più fiero del 2023 e il rimpianto? 

«La rimodulazione delle risorse del Pnrr, perché la Commissione ha giudicato positivamente i nostri progetti dandoci più risorse di quanto chiedevano; peraltro quest’anno abbiamo rispettato appieno obiettivi e modalità, realizzando anche la riforma degli incentivi, il nuovo codice di proprietà industriale e la legge sulla concorrenza che erano tra le riforme indicate dal Pnrr».

Il rimpianto maggiore?

«Non essere ancora riusciti a imboccare la strada del rilancio dell’ex Ilva. Ci lavoreremo anche durante le feste per segnare un buon inizio d’anno».

Pil e ripresa economica: sarà un anno in salita? 

«Sarà un anno di svolta. L’inflazione si ridurrà e con essa anche il tasso di interesse bancario, questo dovrebbe facilitare il rilancio di consumi e investimenti. Abbiamo predisposto un impianto legislativo che facilita gli investimenti esteri, con lo sportello unico e con il commissario straordinario per i grandi progetti. Pensiamo di incrementare soprattutto gli investimenti in microelettronica, abbiamo messo in campo 4,3 miliardi di euro, e nella tecnologia green. Una mia task force ha già incontrato le 80 più grandi multinazionali straniere, alcuni progetti si concretizzeranno nei prossimi mesi».

Ma chi decide in Europa?

«Decide anche l’Italia. Sempre più l’Italia. Nella politica industriale e nel comparto dello spazio che mi è stato affidato dal presidente del Consiglio abbiamo realizzato un nuovo format trilaterale, con Francia e Germania, per allineare le nostre politiche e indirizzare le decisioni della Commissione e poi del Consiglio. Ci incontriamo su temi specifici e ci sentiamo sempre prima di ogni decisione, con Bruno Le Maire e Robert Habeck. Così le tre grandi potenze industriali disegnano quella che deve essere la politica industriale, tecnologica e produttiva del nostro Continente per riaffermare la nostra leadership globale. L’Italia torna protagonista».

Ultimo aggiornamento: 14:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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