Cartelle esattoriali, multe e avvisi solo all'indirizzo Pec: ecco cosa cambia (per chi aderisce al servizio)

Da luglio le Pa obbligate a verificare se è stato fornito un recapito certificato

Lunedì 12 Giugno 2023 di Francesco Bisozzi
Cartelle esattoriali, multe e avvisi solo all'indirizzo Pec: ecco cosa cambia (per chi aderisce al servizio)

Arriva l’indice nazionale dei domicili digitali. Si chiama Inad ed è una sorta di “pagine gialle” delle email: tutti i cittadini (e non solo i professionisti per cui la norma era già in vigore) potranno registrare il proprio domicilio digitale, associato a un indirizzo Pec, dove ricevere tutte le comunicazioni ufficiali da parte della Pubblica amministrazione, relative per esempio a rimborsi fiscali e detrazioni d’imposta, accertamenti e multe. Risultato? Dal 6 luglio prossimo, quando l’indice sarà consultabile, le Pa prima di inviare una raccomandata dovranno verificare preventivamente se il cittadino abbia indicato un recapito certificato su Inad. E in tal caso la comunicazione con valore legale dovrà essere inviata digitalmente all’indirizzo indicato. «Si tratta di un canale semplice e immediato per ricevere le comunicazioni ufficiali da parte della Pa, con un risparmio significativo di tempi e costi», ha sottolineato il sottosegretario con delega all’innovazione tecnologica, Alessio Butti. 
E ancora. «Il domicilio digitale, insieme alla piattaforma notifiche digitali degli atti pubblici, ci consentirà di compiere un passo avanti fondamentale per la digitalizzazione del Paese e la semplificazione» ha aggiunto il sottosegretario.

Le notifiche

L’indice nazionale dei domicili digitale, previsto dal piano triennale per l’informatica nella Pa varato alla fine del 2017, è frutto della collaborazione tra Agid, il Dipartimento per la trasformazione digitale della presidenza del Consiglio e Infocamere, la società delle Camere di commercio per l’innovazione digitale, che ha realizzato la piattaforma.

Il registro Inad sarà anche un canale per le notifiche legali effettuate direttamente dagli avvocati (le cosiddette notifiche in proprio). Le notificazioni telematiche degli avvocati costituiscono un obbligo introdotto dalla riforma Cartabia. Oltre ai cittadini, potranno eleggere il proprio domicilio digitale i professionisti che svolgono una professione non organizzata in ordini, albi o collegi. Lo stesso potranno fare gli enti di diritto privato non tenuti all’iscrizione all’Ini-Pec, sarebbe a dire il registro che raccoglie tutti gli indirizzi Pec delle aziende e dei professionisti presenti sul territorio nazionale. Iscriversi all’Inad è semplice e gratuito: i cittadini, utilizzando Spid, Cie o Cns, potranno collegarsi al sito (www.domiciliodigitale.gov.it) e seguire la procedura indicata per l’elezione del proprio domicilio digitale. Bastano pochi minuti. Il domicilio digitale eletto sarà attivo entro l’una di notte del giorno successivo alla richiesta. In qualsiasi momento gli utenti potranno anche cambiare l’indirizzo Pec precedentemente indicato, oppure cancellarlo del tutto, sempre senza sostenere costi. Nell’indice - come accennato - sono già presenti provvisoriamente gli oltre 2,3 milioni di indirizzi Pec dei professionisti: sono stati trasferiti in automatico dal registro Ini-Pec all’Inad. Ora i professionisti hanno 30 giorni di tempo per confermare il proprio domicilio digitale o indicare un altro indirizzo Pec diverso da quello professionale, nel caso in cui vogliano tenere distinto l’ambito professionale da quello personale. Insomma: niente più carta, zero costi, massima tempestività e la comodità di ricevere tutto al proprio indirizzo Pec. Ecco perché l’Inad rappresenta una svolta importante.

L’interfaccia

Le pubbliche amministrazioni, i gestori di pubblico servizio e i soggetti privati aventi diritto potranno verificare la presenza del domicilio digitale del cittadino sia in modo puntuale, attraverso singole consultazioni, sia massivamente, sfruttando apposite interfacce applicative (già disponibili) rese fruibili mediante la Piattaforma digitale nazionale dati. L’Inad consente infatti di effettuare delle estrazioni multiple di domicili digitali relativi a elenchi di codici fiscali forniti dalle Pa, tramite delle interfacce di servizio informatiche (Api), sempre a titolo gratuito. Digitalizzando e sostituendo interamente la raccomandata, gli enti risparmieranno sui costi cartacei e di invio e anche l’ambiente beneficerà del minor uso di carta.

Ultimo aggiornamento: 08:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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