Abbiamo di fronte a noi una sfida, fare della decarbonizzazione uno strumento di competitività».
Parole di Giovanni Brianza, Ceo di Edison Next, nel presentare lo studio “Industria e decarbonizzazione: quale competitività tra scenari futuri ed evoluzione tecnologica” sviluppato con Boston Consulting Group (Bcg).
I NUMERI
Lo studio considera scenari previsionali al 2030 per i prezzi di elettricità, gas e CO2: nonostante il differenziale dei costi tra l’Italia e altri Paesi europei si riduca nel periodo 2025-2030, il resto del mondo resterà maggiormente competitivo. Al 2030 si prevede che il prezzo dell’elettricità in Italia sarà superiore del 10% rispetto alla media dell’Ue e fino al 30% nel confronto con gli Usa, che il gas costerà il 120% in più di quello americano e sono attesi prezzi europei della CO2 in crescita dell’85% rispetto al 2025. Lo studio analizza inoltre l’impatto delle politiche di transizione energetica su cinque settori energivori – acciaio, chimica, cemento, carta, ceramica - evidenziando il divario di competitività dell’industria italiana rispetto ad altri Paesi. Se non vengono adottate strategie efficaci, interventi strutturali e investimenti in tecnologie per la riduzione delle emissioni di anidride carbonica, i settori produttivi italiani ad alto consumo energetico rischiano di perdere concorrenzialità sui mercati globali. Spiega Alice Iaia, partner di Bcg e co-autrice dello studio: «La competitività dell’industria europea dipenderà sempre più dalla capacità di intervenire su due fronti strategici: da un lato, è fondamentale ridurre il prezzo dell’energia, che in Italia e in Europa resta significativamente più alto rispetto a Paesi extra-Ue, incidendo in modo diretto sui settori energivori; dall’altro, è urgente garantire un quadro regolatorio internazionale equo sul fronte decarbonizzazione, in cui tutti gli attori industriali competano alle stesse condizioni». Secondo Iaia il Cbam – ovvero la tassa sulle importazioni di prodotti ad alta intensità di carbonio introdotta dall’Ue per livellare il campo di gioco tra le imprese europee e quelle di Paesi con standard ambientali inferiori – è un passo nella giusta direzione, ma deve essere accompagnato da un’accelerazione sull’applicazione di tecnologie di decarbonizzazione, affinché la transizione sia una leva di sviluppo industriale. «La transizione energetica dell’industria italiana è una sfida complessa che richiede un equilibrio tra sostenibilità e competitività - riflette Brianza - L’impegno di Edison Next è accompagnare le imprese in questo percorso con un mix di tecnologie che evolve dal fotovoltaico e le biomasse del breve periodo, fino all’idrogeno e al nucleare nel lungo termine. Nell’immediato i contratti Power Purchase Agreement accoppiati a impianti di generazione rinnovabile e l’efficienza energetica sono la soluzione più efficace per ridurre le emissioni legate al processo produttivo e al contempo i prezzi dell’energia, che sono una componente di costo importantissima per i settori industriali analizzati nello studio. La transizione non deve essere solo un obiettivo ambientale, ma anche una leva di competitività per il nostro sistema industriale». Quali soluzioni sono possibili? Da diversi anni si lavora su efficienza energetica, elettrificazione ed economia circolare. A oggi il focus è legato allo sviluppo di biometano e cattura, uso e stoccaggio della CO2. In uno scenario al 2040, l’introduzione dell’idrogeno e l’utilizzo del nuovo nucleare diventano ulteriori strumenti di decarbonizzazione nonché di competitività per tutti i settori analizzati.
LE IMPRESE
Edison Next affianca le imprese nella transizione energetica anche mediante i Power purchase agreement, accordi con cui il produttore si impegna a fornire un certo quantitativo di energia rinnovabile a lungo termine a un prezzo stabilito e il compratore ad acquistarlo. Recente la firma di due Ppa ventennali: uno con Acciaierie Venete per la costruzione di un impianto fotovoltaico di potenza complessiva di 6,7 MWp e uno con Agugiaro & Figna, produttore di farine tra i leader nazionali nella macinazione di grano tenero. Per Michelin Italiana, Edison Next ha progettato e messo in funzione a dicembre un sistema di impianti per la decarbonizzazione e l’ottimizzazione dei consumi energetici dello stabilimento di Cuneo, con un abbattimento delle emissioni di circa 18.000 tonnellate l’anno e una riduzione dei consumi energetici del 30%. Inoltre, è al fianco di Iris Ceramica Group per lo sviluppo di H2 Factory, a Castellarano, in Emilia, che rappresenta la prima industria a idrogeno verde di lastre in ceramica. Edison Next è inoltre attiva nella produzione di biometano, con un impianto in costruzione e due già in esercizio a Caivano (Na) e Zinasco (Pv) che producono 4 milioni di metri cubi di biometano all’anno, trattando oltre 60.000 tonnellate di rifiuti organici urbani.
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