Opel Drive, 23 nuovi modelli e 13 motori
in due anni per rilanciare la Casa tedesca

Sabato 23 Marzo 2013 di Nicola Desiderio
La Cascada: all'avvio della produzione in Polonia è stato annunciato il piano Opel

VARSAVIA - General Motors crede in Opel e ha per il suo marchio tedesco un piano denominato Drive! 2022 che la porter a ridurre le perdite fino a diventare profittevole, come lo il resto di General Motors dalla rinascita avvenuta nel 2009 dopo il fallimento, l’ingresso nel regime di amministrazione controllata e la tutela finanziaria e manageriale del governo americano.

Lo pensa e lo dice Steve Girsky, Opel Supervisory Board Chairman, GM Vice Chairman e Presidente di GM Europe, intervenuto presso lo stabilimento di Gliwice, in Polonia, per salutare l’inizio della produzione della Cascada, la nuova cabriolet del Fulmine che veine presentata ufficialmente al prossimo Salone di Ginevra e arriverà nei concessionari in aprile con un prezzo di listino a partire da 29.400 euro.

Un evento importante, come testimoniato dalla presenza dal ministro dell’economia polacco, Janusz Piechocinski, in un impianto che diventa sempre più strategico per GM visto che dal 1998 ad oggi vi ha investito 900 milioni di euro, vi lavorano circa 3mila persone con una capacità produttiva di 207mila unità annue tra Astra – tutte le carrozzerie tranne la station wagon – e la nuova Cascada.

Girsky, un americano a Russelsheim. Girsky è un americano che in questo piano di recupero ci ha messo più della faccia visto che ha dovuto lottare all’interno del consiglio di amministrazione di General Motors a Detroit per convincere il presidente Dan Akerson e altri membri del valore strategico del marchio tedesco all’interno del gruppo GM. Arrivato in Europa lo scorso anno, ha impresso a Opel uno stile nuovo di conduzione mescolando elementi della vecchia guardia ad altri provenienti da altri contesti – USA in primis – con altri presi dalla concorrenza. Il suo motto è “una soluzione c’è sempre, basta provarla” e ne ha dovute trovare parecchie negli ultimi mesi soprattutto verso i sindacati nei paesi dove Opel è presente con propri stabilimenti, alcuni destinati alla chiusura, altri a un ridimensionamento, altri ancora a un cambio di destinazione d’uso. Vi è riuscito nel Regno Unito, in Spagna e proprio ieri ha raggiunto il fondamentale accordo con il tedesco IG Metal.

Quasi una sfida personale. “Noi non possiamo garantire il lavoro, ma gli investimenti” ripete come un karma. I sindacati del resto sono una sua specialità visto che, prima di entrare in GM, era un consulente della United Automotive Workers e conosce questo mondo anche dalla parte dei fornitori essendo stato manager della Dana, gruppo che si occupa di componenti. In tutto fanno 25 anni vissuti nel mondo dell’automobile in vario modo. I numeri sono la sua vita avendo una laurea in matematica arricchita da master in Business Administration ad Harvard. Un duro, almeno in apparenza, di sicuro uno che va dritto al sodo e non perde neppure un secondo del suo tempo anche se, dopo un anno e mezzo di Europa, appare meno aggressivo e sorridente, ma non per questo meno determinato nel perseguire un traguardo che riguarda GM e Opel, ma che soprattutto ha fatto suo.

Drive! 2022, 10 anni divisi in due. Due le fasi di Drive! 2022. La prima prevede un abbattimento dei costi fissi di 500 milioni di euro entro il 2015 ai quali sommare la compressione dei costi variabili perseguita attraverso varie misure. La prima è la migliore utilizzazione degli stabilimenti, anche grazie alla produzione in Europa di almeno un modello Chevrolet, marchio con il quale sono in corsi programmi di integrazione di alcune attività di post-vendita e backoffice. Altro fattore fondamentale sarà lo sviluppo dell’accordo con PSA, partito con l’integrazione della logistica, sta proseguendo per gli acquisti e proseguirà con lo sviluppo congiunto dei nuovi prodotti. Tra questi la Meriva, su piattaforma GM, la Zafira, viceversa su base PSA e infine la Corsa il cui progetto avrà la leadership affidata a GM mentre i motori 3 cilindri saranno transalpini.

Questo non vuol dire che andrà a morire l’accordo con la cinese Saic per i 3 cilindri e un cambio a doppia frizione. Opel prevede nel quinquennio 2012-2016 il lancio di 23 prodotti – 6 dei quali già avvenuti nel 2012 – e 13 motori appartenenti a 3 nuove famiglie. Tra questi ci sono il nuovo 1.6 a benzina SIDI turbo a iniezione diretta e l’1,6 litri diesel Euro 6. Entro Il 2018 il 95% del parco motori di Opel sarà completamente nuovo. In questo e in altro crescerà l’integrazione con i processi di sviluppo di GM a livello globale, un aspetto al quale Girsky tiene molto perché, se è vero che il mercato europeo diventa sempre meno importante a livello di numeri, il suo cliente e le sue regole rimangono le più esigenti. In pratica, essere capaci di fare un buon prodotto per il Vecchio Continente equivale a renderlo competitivo in tutto il mondo.

Una Opel più forte. Girsky vuole dunque una maggiore standardizzazione dei prodotti e una loro maggiore differenziazione, anche attraverso l’esplorazione di segmenti inediti. Se questo si può fare con risorse interne, va bene, altrimenti si cercano alleanze, come si proseguirà a fare con Renault e Fiat per i veicoli commerciali fino all’esaurimento dei rispettivi accordi. Si punta a rafforzare la posizione di Opel nei segmenti più profittevoli come i crossover compatti, a guadagnare quote di mercato nei paesi a più alto tasso di crescita nell’area come la Russia e la Turchia, infine saranno potenziati gli strumenti finanziari, i servizi al cliente saranno presto rivisti gli standard dei concessionari rivisitando l’identità del marchio. Fornire di questi tempi cifre e numeri è un lusso che nessuno si può permettere, soprattutto in termini di volume e margini, ma Girsky vuole iniziare il 2016 con i conti in nero e portare l’utilizzo degli impianti al 90% riducendo al minimo gli stock e portando la qualità dell’esperienza di acquisto e possesso tre le top 5.

Ultimo aggiornamento: 31 Luglio, 22:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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