Dalle pagine più tragiche della storia del Novecento è uscita una altra figura femminile straordinaria per coraggio, abilità, modernità.
Figlia di un mistico indiano sufi, Noor Inayat Khan finì a lavorare e appoggiare la resistenza francese come agente per inviare informazioni vitali agli alleati. Ha contribuito in modo significativo al successo al D-day.
Il suo nome in codice era Madeleine. Ben presto Noor divenne un obiettivo significativo per la Gestapo che riuscì a catturarla in modo rocambolesco nel 1943 all'età di 29 anni. Fu torturata a lungo, per mesi, senza mai rivelare una parola. Successivamente fu mandata nel campo di concentramento di Dachau, dove fu fucilata dopo altre torture. L'ultima parola che ha pronunciato prima dell'esecuzione è stata "libertè", in francese.
Freida Pinto, l'attrice che vestirà i suoi panni, la ha definita una donna pazzesca, «la più improbabile eroina della seconda guerra mondiale». Come operatrice e addetta alle comunicazioni nella Francia occupata si sapeva che avrebbe avuto una aspettativa di vita piuttosto breve. «Mandare le donne in prima linea resta ancora oggi un tema controverso».