Shiva scarcerato, il trapper ai domiciliari: è accusato di tentato omicidio e porto abusivo di arma da fuoco

L'arresto durante una sparatoria a Settimo Milanese nella quale due giovani furono feriti alle gambe

Giovedì 22 Febbraio 2024
Shiva scarcerato, il trapper ai domiciliari: è accusato di tentato omicidio e porto abusivo di arma da fuoco

Il trapper Shiva, 24 anni, è stato posto agli arresti domiciliari dal Gip di Milano dopo essere stato in carcere per accuse di tentato omicidio, porto abusivo di arma da fuoco ed esplosioni pericolose.

La decisione del giudice è stata accolta con soddisfazione dalla sua difesa, rappresentata dagli avvocati Marco Campora e Daniele Barelli, i quali hanno sempre sostenuto la sua «innocenza e la legittima difesa dalle violente aggressioni subite».

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Chi è Shiva, il rapper ai domiciliari

Shiva, nome d'arte di Andrea Arrigoni, era stato arrestato per una sparatoria avvenuta a Settimo Milanese, durante la quale due giovani furono feriti alle gambe. Oltre a questo caso, è anche coinvolto in un'altra indagine relativa a una rissa a San Benedetto del Tronto. Tuttavia, il giudice di Ascoli Piceno ha precedentemente modificato la sua misura cautelare, trasformando gli arresti domiciliari in un obbligo di firma. La sua difesa spera ora che questo nuovo provvedimento porti a una nuova fase, dove la sua attenzione sarà rivolta esclusivamente alla musica.

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Shiva notissimo sui social

Il trapper Shiva è diventato noto soprattutto per la sua musica e la sua presenza sui social media, dove ha accumulato milioni di follower, soprattutto tra i giovani. Tuttavia, è stato coinvolto in controversie legali, incluso un caso di tentato omicidio, porto abusivo di arma da fuoco ed esplosioni pericolose, che lo hanno portato prima in carcere e successivamente agli arresti domiciliari. La sua storia ha attirato l'attenzione dei media e del pubblico, sia per la sua musica che per le questioni legali che lo riguardano.

Shiva ai domiciliari, le critiche di Fdi

«Il giudice che ha scarcerato e concesso i domiciliari a Shiva doveva essere più severo». Lo dichiara in una nota il deputato di Fratelli d'Italia, Riccardo De Corato. «Vorrei ricordare che stiamo parlando di giovani di seconda generazione, cresciuti in Italia da famiglie arabe, che evidentemente non hanno mai voluto integrarsi nella nostra società. Per tutti questi soggetti, che sono istigatori di violenze e cattivi esempi per i ragazzi più piccoli oltre che assidui utilizzatori di armi da fuoco, occorrono norme e rimedi più severi, perché una volta liberi, o in molti casi ai domiciliari, continuano a compiere atti criminali in giro per le città», sottolinea De Corato, secondo il quale «per esempio, il gip di Milano, a Shiva avrebbe dovuto dare quantomeno i domiciliari con braccialetto elettronico».

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