Giovanna Mezzogiorno: «Per perdere i chili in più ho rischiato di morire. Muccino? Si è dileguato»

Parla l’attrice e regista: «Non riuscivo a dimagrire, così ho smesso di mangiare»

Domenica 19 Novembre 2023
Giovanna Mezzogiorno: «Per perdere i chili in più ho rischiato di morire. Muccino? Si è dileguato»

Un mese fa, alla Festa del Cinema di Roma, Giovanna Mezzogiorno fuori concorso ha presentato il suo primo corto da regista, Unfitting.

Non il solito lavoretto un po’ scolastico per buttarla lì e vedere se succede qualcosa, ma un vero pugno in faccia: la storia di un’attrice brava e di successo che in gravidanza ingrassa venti chili, non li perde subito, e dopo un po’ viene completamente emarginata da tutte le persone del suo mondo: colleghi, registi, produttori e amici, amici per modo di dire. Insomma, la sua storia. «Sì, è di me che parlo e tranne i medici nessuno mi ha aiutato», dice senza girarci intorno.

Dopo la presentazione di Roma che cosa è successo?
«Niente di particolare. Il corto, che ho fatto grazie alla giornalista Silvia Grilli, è stato accolto molto bene e di questo sono contenta. Non me l’aspettavo. Tanta gente mi ha detto che mai avrebbe immaginato una cosa del genere».

Anche lei, come tante altre attrici, vuole fare la regista?
«No. Volevo soltanto raccontare quello che mi è successo e sottolineare che, sì, è davvero andata così».

Così come?
«Dodici anni fa ho avuto due gemelli e ho preso venti chili. Con mio marito - ormai da un anno il mio ex marito - per non fare capriole impossibili con le tate decidemmo di occuparcene noi, anche perché, settimini, pesavano un chilo e quattrocento grammi: volevo assolutamente stare con loro. Così per tre anni ho deciso di non lavorare. Avevo 36 anni e da quando ne avevo 19 non mi ero mai fermata. Sentivo di meritarmelo». 

Dopo un po’ ha provato a perdere peso o se l’è, giustamente, presa comoda?
«Ci tengo a dire che quei chili non li ho smaltiti anche per pigrizia. Stando dietro ai miei figli, a fine giornata ero stanca morta e di esercizi in palestra non volevo neanche sentirne parlare. C’è chi riesce a essere in forma dopo un mese, io non sono quel tipo di donna. E poi c’è stato il lockdown. Prima avevo lavorato: con Amelio, Bellocchio, Comencini, Ozpetek e altri. Dopo le prime voci si è complicato tutto: si diceva che non sarei mai più dimagrita, che un ipotetico mondo materno mi avesse risucchiata, non volevo più lavorare, non ero più la stessa, ero malata, mi drogavo, mi ero messa a bere... Di tutto».

Solidarietà?
«Zero. Sono scappati tutti a gambe levate. Se non sei più sul carro del vincente se ne vanno tutti».

Cosa ha scontato? Successo, bellezza, denaro?
«Certo. È così che va. Tutti si sono permessi di dire qualsiasi cosa su di me senza conoscere nulla della mia vita. Dire che ero malata, scriverlo sui social - che io non ho mai avuto - trasformare tutto in pettegolezzo e cattiveria, è gravissimo. Potrebbe essere vero. E se non lo è si spande a macchia d’olio, le cazzate diventano leggende». 

Sulla presunta malattia che si diceva?
«Di tutto. Di vero c’è che ho una cisti sulla palpebra operata due volte e questo ha alimentato un chiacchiericcio infinito. Mi ha un po’ incasinato l’occhio, nel senso che uno adesso è un po’ più piccolo dell’altro, però non importa: è tornata ancora ma non interverrò una terza volta».

E gli amici?
«Alcuni, che consideravo importanti, veri, affidabili, sono scomparsi».

E l’attore che considerava come un fratello? Chi è?
«Non lo dico perché non si merita neanche quello. Lui e altri sanno, però. Va bene così. Gli mandavo messaggi, non rispondeva, poi un vero amico mi ha detto che non voleva più avere a che fare con me perché ero malata. Puff. È sparito».

Ha detto che le donne sono state con lei molto più crudeli degli uomini, conferma?
«Tranne pochissime, sono state feroci. Ho sentito molto vicine a me Carolina Cavalli, che è la regista con cui ho fatto Amanda. Jasmine Trinca, che stimo tantissimo e con la quale purtroppo non ho mai lavorato. Basta, però: non mi piace chi si piange addosso».

Alla fine è dimagrita, però.
«Sì, purtroppo. Alla fine anch’io mi sono arresa allo stereotipo della magrezza a tutti i costi. Solo che stavo per rimetterci la vita. Sono finita in ospedale in gravissime condizioni».

Perché?
«Ho fatto diete su diete, ma - non so perché - nessuna di queste funzionava. A un certo punto ho scelto la soluzione drastica: non mangiare più. E dopo qualche mese mi hanno ricoverata d’urgenza...». 

Per quanto tempo e quando?
«Un bel po’. L’inverno scorso. Non lo rifarei».

Un po’ le è passata la voglia di far parte di questo ambiente?
«No. Anche perché in realtà più di tanto non ne ho mai fatto parte. Secondo me gli attori alla fine sono persone piuttosto sole. Io, per esempio, non ho mai fatto parte di un gruppo. Sono contenta del successo dei miei colleghi, quando è meritato, non sono mai stata invidiosa, ma non mi sono sentita tradita dal branco. Pensavo di aver seminato abbastanza bene e che questo mi mettesse al riparo da certe bassezze. Mi sbagliavo».

Le sue prossime mosse quali saranno?
«La scacchiera per me resta la stessa: voglio continuare a recitare, e cercare di farlo sempre meglio».

Ha cambiato le persone con le quali lavorava?
«No, assolutamente. Loro sanno chi sono, cosa è successo, e cosa si è innescato con la valanga di fango che mi è arrivata addosso».

Ha valutato il rischio di farsi terra bruciata intorno?
«Sì, ma non è un mio problema. Forse lo è di quelli che hanno detto di me qualsiasi cosa e tutti loro sanno che io so. Non sono vendicativa, credo di essere buona, ma so andare fino in fondo ed elimino dalla mia vita chi merita di non farne parte. Qualcuno si sentirà parecchio scomodo».

Lei invece ha conti da saldare con qualcuno?
«Sì. Ho una lista di nomi mediamente lunga. Ma sono questioni molto intime».

E quella delle rivincite è lunga?
«No. Queste cose non mi interessano».

A chi deve dire grazie, d’istinto?
«Al papà dei miei bambini, che mi ha dato la cosa più importante e bella che ho».

E come coppia cosa non è andato?
«Le cose vanno come devono andare, la vita a volte è faticosa. E dura. A me, per esempio, dispiace davvero tanto che i miei genitori non abbiano visto i miei figli. È proprio brutto. Mi sembra innaturale».

Volendo fare un po’ di autocritica ha mai fatto qualcosa per diventare un facile bersaglio?
«Forse. Ho un carattere piuttosto severo, specialmente sul lavoro. Però sono una persona molto educata, non mi sono mai fatta aspettare, non ho mai trattato male nessuno».

Con Gabriele Muccino ha recuperato i rapporti dopo il litigio seguito al suo rifiuto nel 2009 di girare “Baciami ancora”, bis del film “L’ultimo bacio”?
«No. A me quella sceneggiatura non piaceva. Ho fatto una valutazione oggettiva, professionale. E basta. Non sono Babbo Natale. E avevo ragione: è stato un film meno riuscito rispetto al primo. Gabriele fu molto pesante con me, io però non ce l’ho con lui, anzi: se dovessi chiamarmi, per lui ci sarei. È un regista che gira da Dio e sa tirare fuori dagli attori l’impossibile».

È ancora signorina o ha un nuovo compagno?
«Sono una signora, ma non mi sbilancio sulla mia vita privata».
 

Ultimo aggiornamento: 13:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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