Arrivano oltreoceano, fino a Panama, le ricerche del patrimonio milionario di Gina Lollobrigida, morta a 95 anni, a Roma, il 16 gennaio scorso.
Gina Lollobrigida, il tesoro di Panama
I MISTERI Gli azionisti della Bewick sono misteriosi. Nel paradiso fiscale dell'America centrale, infatti, è possibile aprire società anonime - intestate a fiduciari - che si possono liberamente rimpinguare di denaro, svuotare o trasferire ad altri (con tutti i beni in pancia) senza lasciare tracce. Per identificarne il reale beneficiario, l'atto decisivo è la cosiddetta procura: il mandato a gestire i soldi della società. Nel caso della Bewick è proprio «Luigia Gina Lollobrigida», il nome anagrafico della diva, la prima persona ad essere stata autorizzata, già il 20 marzo 2014, ad «aprire un conto alla banca Safra nel Principato di Monaco», con «pieni poteri di gestire tutti i fondi». La delibera è firmata da tre fiduciari dello studio Alcogal di Panama City, tuttora registrato come gestore di quella tesoreria estera. La traccia parte dalla villa di Roma, intestata a un'immobiliare italiana, Vissi d'arte srl, che fa capo a una holding del Principato di Monaco, la "Dousoline". Anche questa società monegasca era anonima, ma nel 2018 ha aperto un conto bancario, guarda caso alla Safra di Montecarlo, indicando come beneficiaria Gina Lollobrigida. «Il capitale di Dousoline è rappresentato da 200 azioni non sono nell'inventario dell'eredità: da anni si ignora chi le detenga», ha precisato a "L'Espresso" l'avvocato Michele Gentiloni Silveri, che assiste il figlio dell'attrice. Nel testamento, redatto nel 2017, la Lollo gli ha lasciato metà del suo patrimonio, che corrisponde alla quota di legittima che spetta per legge agli eredi; mentre l'altra metà l'ha attribuita a Piazzolla.
I DUBBI I legali di Andrea Milko Skofic sospettano che la società offshore panamense sia stata aperta nel 2014 dal tuttofare della diva, convincendola a firmare delle carte di cui lei non aveva contezza. Piazzolla, infatti, è già a processo per circonvenzione di incapace (anche se ha sempre respinto l'accusa di aver raggirato l'attrice). Le indagini difensive del figlio della Lollo mirano a capire se nella Bewick siano rimasti dei soldi, o se sia una scatola vuota. Fatto sta che i 3,9 milioni di euro ricavati dalla vendita, in un'asta a Londra, dei gioielli della protagonista di "Pane, amore e fantasia", dopo essere stati depositati in banca a Montecarlo, «furono trasferiti il 28 luglio 2013 in un paradiso fiscale - ha spiegato l'avvocato Gentiloni - ma le autorità monegasche, nelle risposte alle rogatorie inviate dai giudici italiani, non hanno comunicato il nome della società beneficiaria».
Profilo Abbonamenti Interessi e notifiche Newsletter Utilità Contattaci
Logout