In principio era la Gioconda, liscia, gassata o..., in un celeberrimo spot di fine Anni Ottanta.
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Monumenti, sì ai diritti d'immagine
La sentenza emessa dal tribunale di Firenze riguarda nello specifico il David di Michelangelo. I giudici hanno dato ragione alla Galleria dell'Accademia, che custodisce la statua, in una causa riguardante una famosa casa editrice che, in assenza di concessione all'uso dell'immagine del David e senza pagamento di alcun canone per l'utilizzo, ha pubblicato sulla copertina di una rivista il capolavoro scultoreo, modificato col meccanismo della cartotecnica lenticolare e quindi sovrapposto all'immagine di un modello, il tutto in chiave apertamente pubblicitaria. È la prima sentenza del genere, destinata, come si dice, a fare giurisprudenza.
I giudici fiorentini hanno riconosciuto che la riproduzione non autorizzata dell'immagine del David ha «determinato un danno di carattere patrimoniale, legato al mancato pagamento del canone per l'uso del bene (e calcolato in 20.000 euro così come da tariffario del museo), ma soprattutto un danno di natura non patrimoniale, quantificato in 30.000 euro, poiché la società editoriale con la tecnica lenticolare «ha insidiosamente e maliziosamente accostato l'immagine del David a quella di un modello, così svilendo, offuscando, mortificando, umiliando l'alto valore simbolico ed identitario dell'opera d'arte e asservendo la stessa a finalità pubblicitarie e di promozione editoriale».
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