Si profila il prevedibile tutti contro tutti, dopo i primi silenzi davanti ai magistrati. Ieri mattina, infatti, nell'istituto minorile di Roma l'avvocato Marco Di Giulio ha ascoltato uno dei due ragazzi arrestati dopo l'omicidio di Christopher Thomas Luciani, il diciassettenne accoltellato otto giorni fa nel parco Baden Powell a Pescara. E, secondo indiscrezioni, il ragazzo avrebbe tirato dentro con un ruolo diverso da quello rappresentato finora proprio il supertestimone, il sedicenne che, una volta tornato a casa, ha deciso di raccontare la vicenda al padre consentendo così il ritrovamento del corpo. È un passaggio che andrà sicuramente approfondito: secondo la prima ricostruzione fornita dal tesTe il sedicenne, attualmente detenuto a Roma, sarebbe intervenuto in una seconda fase del delitto, colpendo Christopher Thomas con le ultime dieci coltellate. Nelle prossime ore, a Bari, dovrebbe incontrare il suo difensore anche l'altro arrestato, quello che dal ragazzo ucciso doveva avere indietro duecentocinquanta euro, presumibilmente per un debito di droga. Sarebbe stato lui a portarlo dietro il parco, in un'area di pertinenza delle ferrovie, e ad aggredirlo. Come l'altro, davanti ai giudici si è avvalso della facoltà di non rispondere. Ma non è soltanto dalle dichiarazioni dirette degli indagati che potrebbe venir fuori una ricostruzione della vicenda con sfumature diverse.
I CELLULARI
Ieri, infatti, è stata affidata la perizia sugli smartphone, sei in tutto, sequestrati ai sei ragazzi. I telefoni saranno analizzati uno per uno. Custodi di segreti che sarà possibile recuperare: è un passaggio strategico anche ai fini della prosecuzione delle indagini da parte dalla squadra mobile della questura di Pescara, coordinata dal vicedirigente Mauro Sablone. Ha chiesto sessanta giorni di tempo Fabio Biasini, il consulente nominato dalla procura della Repubblica presso il tribunale dei minorenni, prima di rimettere la sua relazione. Dalla quale emergerà il contenuto delle chat, ma anche l'eventuale attività social, se ci sono altre immagini scattate in quel fatidico pomeriggio, telefonate fatte e ricevute. Oltre all'elenco dei contatti. Insomma uno spaccato della vita recente dei sei componenti del gruppo nel perimetro orario precedente e immediatamente successivo al delitto. E sulla base di quanto verrà fuori, oltre che dai risultati dell'esame autoptico potrà essere valutato anche l'ulteriore ampliamento delle contestazioni nei confronti degli indagati ed, eventualmente, degli altri ragazzi presenti. L'indagine, insomma, è tutt'altro che chiusa e gli sviluppi non sono assolutamente da dare per scontati. Anche perché, per uno dei ragazzi, potrebbe essere valutata anche l'opportunità di una perizia psichiatrica. Intanto il Cmune di Pescara ha deciso di prendersi cura dei ricordi che tante persone hanno voluto lasciare, proprio all'esterno del parco, per un senso di vicinanza alla famiglia e alla memoria del ragazzo ucciso. Tenendo conto dell'allerta meteo, si è deciso di rimuovere i lumini di cera ormai consumati e i biglietti, che potrebbero essere rovinati, distrutti o spazzati via dall'ondata di maltempo che interesserà la città. Il resto è stato sistemato, nel tentativo di mettere in sicurezza i mazzi di fiori. «Sarà cura del Comune - si legge in una nota - conservare gli oltre 60 biglietti e cartelli indirizzati a Christopher, in segno di rispetto per chi ha voluto lasciare una testimonianza dello sgomento e del dolore che accomunano tutti. Nei giorni scorsi il Comune ha chiuso temporaneamente il parco Baden Powell, in considerazione del via vai continuo scaturito dall'omicidio, una sorta di turismo dell'orrore, magari finalizzato a scattare foto e pubblicarle sui social».
Marcello Ianni
e Patrizia Pennella