Continuano ad andare avanti a passo serrato le indagini delegate ai carabinieri del nucleo investigativo di Teramo sul presunto omicidio dell'imprenditore 51enne di Città Sant'Angelo Marco Monti il quale, secondo la ricostruzione degli inquirenti, sarebbe stato spinto sulla carreggiata stradale da Pietro Mercurio prima di essere investito dall'auto che l'ha poi ucciso.
Per loro in questa fase le ipotesi d'accusa sono a vario titolo l'intralcio alla giustizia, il favoreggiamento personale e lo spaccio di sostanze stupefacenti. Nella complessa ricostruzione che gli investigatori sono riusciti a fare, partendo dalle due indispensabili perizie già fatte eseguire dalla procura, ossia la ricostruzione cinematica dell'incidente stradale e la riesumazione del cadavere, sembrerebbe che Mercurio dopo il presunto omicidio si sia avvalso proprio di queste due ballerine e dei tre uomini per sviare le indagini, partendo dalle immagini delle telecamere di videosorveglianza del locale che proprio uno di loro avrebbe sottratto fino alle minacce e percosse ad altre ragazze per non farle parlare perché anche loro testimoni dei fatti accaduti. E intanto, adesso, si sta procedendo anche con altri accertamenti tecnici tra i quali quelli sul materiale informatico sequestrato il giorno dell'arresto di Mercurio dove si spera di poter ritrovare quel filmato scomparso.
Al momento sia il night club Zeus di Silvi, sia l'Impero Primo di Città Sant'Angelo, entrambi gestiti da Mercurio, sono chiusi per scelta della società. A giorni, invece, verrà depositato il Riesame per chiedere la scarcerazione o una misura alternativa al carcere per il gestore dei due locali che da una settimana è ristretto nel penitenziario di Vasto con l'accusa di omicidio preterintenzionale, favoreggiamento della prostituzione e detenzione ai fini di spaccio. Il giorno dell'interrogatorio di garanzia, lo ricordiamo, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Suoi difensori sono gli avvocati Gaetano Fontana e Alberto Dell'Orletta.