Era ossessionato da una gelosia morbosa e del tutto immotivata, che sfociava in violente scenate ingiuriando la moglie, minacciandola e a volte passava alle vie di fatto causandole lesioni, o non vi riusciva perché il figlio interveniva per difendere la madre.
La sentenza è del giudice Guido Campli, il pm Natascia Troiano aveva chiesto due anni. È stato inoltre condannato al risarcimento dei danni in separato giudizio: la vittima, costituita parte civile con l’avvocato Mario Di Pillo, chiede 50 mila euro. L’ex marito è difeso dall’avvocato Emanuela De Amicis. La donna, che a suo tempo andò via di casa per rifugiarsi in una struttura protetta a Lanciano, ieri ha raccontato tutte le violenze subite: oltre al morso anche un calcio al ginocchio, il fatto che lui la svegliava alle 2 di notte con la pretesa che andasse a lavorare nell’azienda agricola, le offese, le minacce di morte ricevute attraverso la telefonata ad una zia, l’accusa, del tutto infondata, di essere incinta ed aver intrapreso una crociera con l’amante.
Due anni di reclusione è la pena inflitta (la stessa chiesta dal Pm) ad un uomo di 46 anni, difeso dall’avvocato Antonio Di Marco, che pure era accusato di maltrattamenti personali. Le vittime in questa vicenda sono la convivente more uxorio e i due figli. Secondo l’accusa sottoponeva moglie e figli a continue vessazioni fisiche e psicologiche, lasciandosi andare a frequenti scoppi di ira del tutto immotivati o legati a futili motivi nel corso dei quali ingiuriava, minacciava e percuoteva la donna e spesso anche i figli ai quali, comunque, faceva vivere il clima di ansia e paura che si era instaurato in casa a causa del suo comportamento.