Giusy, 108 anni, la maestra più anziana d'Abruzzo star su TikTok: «Allora eravamo delle vere vice mamme»

Ha insegnato per quasi mezzo secolo e gli alunni ancora le telefonano e la vanno a trovare. In un video gli auguri a tutti gli alunni per un buon inizio di anno scolastico

Domenica 17 Settembre 2023 di Federica Farda
Giusy, 108 anni, la maestra più anziana d'Abruzzo star su TikTok: «Allora eravamo delle vere vice mamma»

Nonna Giusy, all’alba delle sue quasi 108 primavere (compie gli anni il 6 novembre), non è restata fuori dal coro degli auguri agli studenti che ieri iniziavano l’anno scolastico. I suoi, però, sono particolari per via dell’età: è certamente la maestra più anziana d’Abruzzo e tra le più longeve in Italia e forse anche oltre i confini. Un augurio da un insegnante secolare che per gli stessi giovani alunni non è usuale. Così di prima mattina, mentre si accingeva a far colazione con ancora indosso la camicia da notte e con l’aiuto della fida Bruna, ha registrato un video di auguri, anzi di «tantissimi, tantissimi auguri» con quel superlativo assoluto volutamente ripetuto due volte.

«Auguro a tutti gli studenti – dice con voce squillante e chiara – di trascorrere un anno di studi fecondo e ricco di buoni risultati. Come vecchia maestra che sono vi abbraccio tutti e vi faccio tantissimi, tantissimi auguri». Filmato che poi la nonna-sitter Bruna ha postato su Facebook e su TikTok. E si, perché Giuseppina Patriarca vedova Di Gregorio, queste le generalità complete dell’arzilla centenaria, è anche social: sa stare al mondo, in tutti i sensi, e sa, soprattutto, dialogare con i ragazzi. Per quasi mezzo secolo è stata una maestra, quarant’anni dei quali trascorsi ininterrottamente tra le aule della scuola elementare annessa al Convitto nazionale nel centro storico dell'Aquila. Non ha avuto figli propri e il suo amore materno lo ha riversato negli oltre 240 alunni che ha seguito in solitaria dalla classe prima alla quinta. «Allora la maestra era unica, la vera vice mamma, le classi erano numerose. Talvolta – ricorda – superavano i 30 bambini. Ho avuto otto cicli completi di corsi: prendevo i bambini in prima e poi li portavo fino alla quinta. Per la verità quando col primo settembre del 1977 sono andata in pensione potevo fare ancora un altro anno. A giugno avevo lasciato una quinta e dovevo riprendere una prima ma per solo un anno. Così non me la sono sentita di far provare ai bambini quel senso di abbandono dopo pochi mesi dal loro inizio di percorso di vita scolastica». Il primo giorno di scuola era uguale a tutti gli altri: incolonnamento, qualche minuto prima delle nove, sotto il porticato del cortile del Convitto e poi “marcia” in fila per due su per le scale. Dopo la preghiera, l’inizio delle lezioni con lei in cattedra fino alle tredici. È inutile sottolineare, che Giuseppina Patriarca rammenta tutti i suoi alunni, i loro nomi e le professioni. Con alcuni è ancora in contatto: le telefonano e la vanno a trovare, nonostante, dal terremoto, viva a Sulmona in un appartamento che una nipote le ha messo a disposizione. 

Ultimo aggiornamento: 16:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA