Sale il bilancio degli animali protetti, tra lupi, grifoni e corvi imperiali, che hanno perso la vita in Abruzzo, a causa del veleno disseminato nei boschi, in località Olmo di Bobbi, nel Comune di Cocullo.
A lavoro, una task force, guidata dal tenente colonnello, Donatello Cirillo, e composta dal Nucleo investigativo (Nipaaf), dalla Sezione Operativa Antibracconaggio e Reati in danno agli animali (Soarda), unità cinofile di Assergi e Villetta Barrea, carabinieri Parco e stazione di Scanno. Le attività investigative, risultano alquanto complesse, ma dalle analisi dei reperti, (la prova materiale) e dai risultati restituiti dall’Istituto Zooprofilattico di Teramo, sarebbero emersi elementi importanti, utili alle indagini.
Cosa è successo
Nei giorni scorsi, si è svolto un briefing, tra tutte le forze in campo, per fare il punto della situazione e concordare altri interventi mirati. Gli inquirenti, stanno seguendo più percorsi, approfondendo, ulteriormente, le indagini. Il movente sarebbe chiaro: gli animali protetti, sono stati uccisi con il veleno, perché considerati competitori nell’attività venatoria, o nocivi per il bestiame e le coltivazioni. Le operazioni di bonifica dell’area interessata al fenomeno, sono state completate. Continuano, invece, le attività di sorveglianza discreta e preventiva. Così come le ispezioni in diverse aziende, alla ricerca della compatibilità della sostanza di nome Phorate, miscelata nella carne esca. Stiamo parlando di un insetticida, impiegato, generalmente, in agricoltura intensiva, identificato in laboratorio.