Vicenza trema, marchio Unesco a rischio: pesano tre maxi criticità tra Borgo Berga, Del Din e Tav

La mappa di Borgo Berga con tribunale e ville
VICENZA - La base Del Din, il complesso di Borgo Berga e l'Alta velocità. Tre esami in uno per restare nella prestigiosa lista Unesco. Vicenza rimandata a...

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VICENZA - La base Del Din, il complesso di Borgo Berga e l'Alta velocità. Tre esami in uno per restare nella prestigiosa lista Unesco. Vicenza rimandata a settembre. Il prossimo sarà il mese della verità per la città del Palladio. Sono infatti in arrivo gli esperti internazionali che, a spese del Comune, verificheranno se il capoluogo berico merita ancora di essere considerato patrimonio dell'umanità. Patrimonio a rischio, secondo gli ambientalisti, a causa del passaggio del treno veloce - il progetto sarà pronto fra qualche mese - ma soprattutto per 2 opere già realizzate, ovvero il tribunale all'ex Cotorossi - considerato abusivo da Legambiente e Italia Nostra - e la caserma americana all'ex Dal Molin. Icomos, braccio operativo dell'Unesco, vuole vederci chiaro e verificare l'impatto delle strutture sul territorio. A informarli sullo stato delle cose è stata, tra gli altri, la docente vicentina Francesca Leder di Italia Nostra.


I nodi sul tappeto
La risposta ai dubbi degli ispettori potrebbe darla la cosiddetta Heritage impact assessment, valutazione di impatto sul patrimonio Unesco, finanziata con 63 mila euro da palazzo Trissino. «A Icomos interessa sapere se la città ha raggiunto, per accumulo di questioni, una soglia di possibile criticità per i beni Unesco. Siamo a disposizione perché si effettuino gli approfondimenti del caso, così come siamo pronti a illustrare il lavoro fatto in tema di recupero del patrimonio palladiano - commenta Jacopo Bulgarini d'Elci, vicesindaco e assessore alla crescita -. Azioni importanti che non sono certo segnale né di incuria, né di degenerazione nella tutela di beni giustamente dichiarati patrimonio dell'umanità».

Ma Paolo Crestanello, responsabile del comitato antiabusi, e Giovanna Dalla Pozza Peruffo e Adriano Battagin, presidente rispettivamente di Italia Nostra e Lagambiente, non ci stanno e replicano: «L'Unesco potrebbe ritirare il riconoscimento. Siamo di fronte a una ferita aperta, provocata da scelte urbanistiche illegittime». La numero uno di Italia Nostra si spinge oltre: «Il sogno è la demolizione dell'ecomostro». Sul caso interviene il consigliere comunale dei 5 Stelle Daniele Ferrarin: «Il nostro movimento si augura che il titolo di Vicenza patrimonio dell'umanità rimanga e nel contempo si avvii, dopo le valutazioni degli ispettori Unesco, una bonifica ambientale per ripristinare le condizioni paesaggistiche pre-speculative».


Vicenza si fregia del marchio da oltre 20 anni. Ne fanno parte 23 monumenti palladiani del centro - tra cui la celebre Rotonda - 3 ville situate al di fuori dell'antica cinta muraria, più altre 21 presenti nel suo territorio. Totale: 23 monumenti e 24 ville. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino