Morto lasciato davanti all'ospedale «Faida»: catturati quattro nomadi In fuga, bloccati: trovata una pistola

Morto lasciato davanti all'ospedale «Faida»: catturati quattro nomadi In fuga, bloccati: trovata una pistola
ZANE’ – In circa tre ore la task force scesa in campo tra carabinieri e polstrada ha condotto alla chiusura del cerchio sulla drammatica sparatoria delle 16.45 di...

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ZANE’ – In circa tre ore la task force scesa in campo tra carabinieri e polstrada ha condotto alla chiusura del cerchio sulla drammatica sparatoria delle 16.45 di giovedì 23 giugno, costata la vita a Davide Kari di 56 anni e che ha provocato il ferimento del fratello Vianello Kari di 43, in via Liguria, davanti alle loro due roulotte. La sparatoria, sotto gli occhi di più testimoni, è ancora avvolta nel mistero nelle motivazioni, ma è stata una resa dei conti tra i clan rom Kari e Helt, noti dell’Alto Vicentino.




La fuga degli assassini è stata di breve durata, i presunti colpevoli sono stati fermati e catturati dalla polstrada sulla strada che da Breganze conduce a Sandrigo. Si tratterebbe di quattro persone. Dalla prima ricostruzione dei fatti da parte dei carabinieri di Thiene verso le 16.30 di ieri davanti alle due roulotte dei Kari in via Liguria sono arrivate una Bmw 320 e un’Alfa Romeo 147 con 5 persone del clan Helt. È iniziata una dura discussione tra i capi clan e dopo una decina di concitati minuti un Helt ha estratto una pistola e fatto fuoco su Davide e Vianello Kari, per poi salire in macchina e scomparire. Un dramma per le due famiglie Kari: un componente ha preso un furgone, ha caricato i due parenti, è corso al vicino ospedale di Santorso e li ha scaricati davanti al pronto soccorso. Poi si è allontanato. Davide Kari era morto, il fratello Vianello è stato operato d’urgenza per le ferite da arma da fuoco.


I carabinieri avvertiti della sparatoria dagli stessi Kari hanno raccolto le testimonianze per dare, con la polstrada, il via alla caccia all’assassino e ai complici fuggitivi con una serie di posti di blocco e un elicottero A fermare la Bmw 320 e l’Alfa Romeo 147 degli Helt è stata la polstrada sulla strada che da Breganze porta a Sandrigo. Nel controllare i documenti degli occupanti uno degli agenti ha notato sul ciglio della strada, a una spanna da una delle due auto, un asciugamano: raccolto ha trovato avvolta una pistola, subito sequestrata, perché potrebbe trattarsi dell’arma del delitto. Gli occupanti delle due auto sono stati così caricati nelle pattuglie della polstrada e condotti prima alla caserma Sasso di Vicenza e poi al comando dei carabinieri di via Muggia dove sono stati interrogati nella notte e dove sono attualmente detenuti. La pistola sequestrata verrà analizzata e se dovesse risultare dello stesso calibro delle pallottole usate per ammazzare e ferire i fratelli Kari la posizione degli Helt fermati si aggraverebbe. Anche i Kari sono stato interrogati nella notte dai carabinieri per fare chiarezza sulla sparatoria. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino