Ritorno al paese degli avi dopo 120 anni, erano nelle Torri Gemelle l'11 settembre

Valbrenta. Incontro Benacchio
VALBRENTA - Dopo 120 anni tre fratelli hanno visto per la prima volta la casa dell’avo paterno emigrato dalla Valbrenta in America in cerca di lavoro. E si sono commossi...

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VALBRENTA - Dopo 120 anni tre fratelli hanno visto per la prima volta la casa dell’avo paterno emigrato dalla Valbrenta in America in cerca di lavoro. E si sono commossi davanti alla vecchia abitazione nella contrada Benacchi che porta il loro nome, nel comune di San Nazario, incontrando parenti che vedevano per la prima volta. Una storia di emigrazione comune a centinaia di persone del Canal di Brenta che, a partire dall’ultimo ventennio del 1800 e per buona parte del 1900, emigrarono in Francia, Svizzera, Germania, Belgio e nei paesi dell’America Latina. Alcune famiglie approdarono anche negli Stati Uniti e la storia proprio di una di queste è tornata alla ribalta, dopo 120 anni, in occasione del raduno dei Benacchio che si è svolto a San Nazario, coinvolgendo gente di ogni parte del mondo grazie alle moderne forme di comunicazione telematica.

 

Romano Benacchio, classe 1873, originario della contrada Benacchi di San Nazario, in Valbrenta, era il minore di quattro fratelli e dopo la sua partenza per l’America di lui si era persa ogni traccia. Del parente che aveva varcato l’oceano erano pieni i ricordi di famiglia, ma Romano sembrava svanito nel nulla. Grande quindi la commozione tra i numerosi parenti che ancora vivono in Valbrenta per la visita dei tre fratelli, Sandra, Robert e Gary, discendenti di Romano, provenienti dagli Stati Uniti, che hanno potuto, grazie ad alcune persone che hanno favorito il contatto, ricostruire le vicende dell’avo emigrante. Correva l’anno 1898 quando Romano, all’età di 25 anni, emigrò negli Stati Uniti, svolgendo l’attività di sommozzatore per la posa di condotte, lavoro che gli costò la vita nel 1930, lasciando quattro figli. I nipoti ora giunti in Italia, hanno lavorato nel ramo edile, in particolare nella manutenzione dei grattacieli di New York. E in occasione degli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001, i due fratelli si trovavano nel World Trade Center, all’interno delle Torri Gemelle, poi crollate. Gary era al 33° piano al momento dell’impatto ed era convinto che si fosse verificata un’esplosione in un’abitazione dei piani superiori. Ma poi, vedendo dalle finestre volare i detriti, si rese conto della gravità dell’evento. I due fratelli Gary e Robert riuscirono a mettersi in salvo volando giù per le scale interne in una folle corsa che durò oltre 15 minuti, i più lunghi e terrificanti della loro vita.
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Il Gazzettino