VICENZA - La bufera che si è abbattuta sul San Bortolo ha messo in allarme i medici. La vicenda sulla gara delle Cannule fatta attraverso Whatsapp ha creato non poca...
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«Non conosco i responsabili e non ero a conoscenza di quello che sembra essere stato un gioco - ammette - Una cosa dev'essere chiara. In ospedale lavorano fior di professionisti. Dico questo perché notizie del genere gettano un'ombra su tutti i medici. Ma non dev'essere così».
Rimedi? «Secondo me bisogna rivedere l'etica. Strumenti come Whatsapp sono utili, ma vanno usati in modo diverso. Non so come stiano procedendo le indagini e non entro nel merito, ma ho notato delle incongruenze. Si parla di cateteri venosi centrali. Non è che i medici possano metterli tanto facilmente. Alcuni termini, secondo me, sono stati travisati». Infine un auspicio: «E' chiaro che bisogna parlare con tutti gli operatori sanitari per fare in modo che situazioni come queste non si ripetano - conclude Zanon - Al pronto soccorso lo stess è alto, ma serve un'analisi costruttiva». Sul caso interviene Massimiliano Zaramella, medico del San Bortolo e presidente dell'associazione Obiettivo Ippocrate: «Abbiamo una profonda amarezza, perché questa situazione mina il rapporto con i pazienti, che dev'essere in simbiosi con noi medici. Certi fatti ci feriscono profondamente e rischiano di complicare il lavoro che stiamo facendo per avvicinarci ai nostri pazienti». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino