Alta Velocità, industriali insistono: «Indispensabile fermata in Fiera» Preoccupazioni per gli abbattimenti

Le officine grandi riparazioni di Rfi all'Arsenale
VICENZA - «L'accessibilità alla stazione storica dev'essere assicurata con percorsi in grado di garantire tempi comparabili con quelli offerti dalla...

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VICENZA - «L'accessibilità alla stazione storica dev'essere assicurata con percorsi in grado di garantire tempi comparabili con quelli offerti dalla stazione in Fiera». Si accende il dibattito sull'Alta velocità.

Il progetto della tratta vicentina verrà scelto entro qualche mese. L'obiettivo del sindaco Achille Variati è consultare i vicentini e portare quindi in sala Bernarda il piano migliore tra quelli indicati da Rfi, che sono sostanzialmente due. Entrambi prevedono il mantentimento della stazione centrale in viale Roma, ma uno di questi parla anche di fermata in Fiera.

Quella Fiera che, per gli imprenditori, resta un punto fermo. A ribadirlo è il presidente della Camera di Commercio Paolo Mariani che, nel luglio 2014, con Variati firmò a Roma il protocollo d'intesa con l'allora ministro Maurizio Lupi per il nodo di Vicenza con la fermata principale in zona industriale. «Non si tratta di rimettere in discussione tutto - precisa -. Dobbiamo individuare una soluzione efficiente, funzionale e sostenibile dal punto di vista urbanistico, ambientale ed economico».
 

I costi analizzati da Rfi tra la stazione in Fiera e quella in viale Roma - 1,7 miliardi contro 800 milioni di euro - ha fatto salire le quotazioni di quest'ultima. Ma gli industriali lanciano un monito: «Ogni alternativa alla stazione in Fiera deve assicurare la massima accessibilità a chi vuole prendere il treno veloce e, nel contempo, offrire un servizio pubblico adeguato a quanti lavorano e operano in zona industriale - rileva Gaetano Marangoni, vicepresidente di Confindustria con delega alle infrastrutture - Questo aspetto sarà al centro della nostra attenzione nell'analisi tecnica». Aggiunge Mariani: «Va assicurato il più efficiente servizio merci per le aziende raccordate con la linea ferroviaria, come le acciaierie, le officine grandi riparazioni e il terminal Messina».

Non la pensano così i responsabili del comitato popolare dei Ferrovieri: «Siamo sicuri che un progetto pensato negli anni Ottanta serva davvero? ll Tav porta all'aumento dei prezzi dei biglietti, come sta accadendo ai pendolari tra Venezia e Verona».

Sul tema interviene Alessandro Fracasso, cittadino della zona est, preoccupato, come molti residenti, per le ripercussioni che il passaggio dell'Alta velocità avrà sull'area. «Come può un'amministrazione comunale accettare che venga presentato un progetto che illustra le caratteristiche solo fino alla zona stadio? Ricordo che dal Menti a Torri di Quartesolo sono previsti numerosi abbattimenti di case, condomini, fabbriche e capannoni. Si è parlato di una consultazione su studio di fattibilità e opere connesse, ma noi cittadini di Vicenza est su cosa esprimiamo il nostro parere? Le comparazioni vanno fatte su soluzioni per individuare quella meno impattante».


Nel frattempo il coordinamento dei comitati rilancia l'idea del mantentimento della stazione storica e del potenziamento dei collegamenti per Schio, Treviso e Cittadella-Bassano del Grappa. «Dalla stazione potranno partire e arrivare tutte le tipologie di treni, ma andrà ammodernata e razionalizzata - sottolineano i portavoce -. Quella in Fiera deve diventare una fermata complementare. L'aumento della capacità ferroviaria della Milano -Venezia non può prescindere dall'aumento del numero dei binari. Un'idea potrebbe essere quella di aggiungere agli esistenti, nella tratta cittadina, un binario. Questo ridurrebbe la larghezza del sedime ferroviario a vantaggio della collocazione in superficie della strada di Gronda dalla Fiera alla stazione storica». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino