VICENZA - Dalla festa dei popoli in cattedrale alla giornata ecumenica al centro islamico passando per l'incontro sulla misericordia, sempre all'Ettawba di Ponte...
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Nel frattempo nella sede di via Turra ad Anconetta si è riunito il primo consiglio degli stranieri del 2017. Un organismo nato giusto un anno fa e in carica fino al prossimo, cioè fino alla scadenza del mandato del sindaco Achille Variati. A presiederlo la croata Marina Grulovic, affiancata dal vice Miah Muhammed Harun, del Bangladesh. Nato non senza polemiche per la presunta scarsità di poteri - ha funzioni consultive e propositive e i suoi 2 maggiori rappresentanti siedono sui banchi di sala Bernarda, con diritto di parola ma non di voto - il consiglio è solo l'ultima, in ordine di tempo, delle iniziative sorte in nome dell'accoglienza e dell'integrazione tra italiani e stranieri.
Ma c'è chi, come Mustapha Ouanit, consigliere nell'unione degli immigrati di Vicenza nonché ex tesoriere dell'Ettawba, chiede alla sua religione un cambio di passo: «In Italia dovremmo seguire l'esempio della Francia, favorendo il pluralismo del pensiero e confrontandoci con l'identità culturale delle seconde e terze generazioni». E aggiunge: «Bisognerebbe inoltre accettare la parità fra uomo e donna, la libertà di espressione e critica senza scadere in una dialettica superficiale e violenta, in modo da dare spazio all'interculturalizzazione dell'Islam al di fuori dei confini arabi».
Gli immigrati tuttavia sono in calo. A Vicenza i regolari sono quasi 18mila - per la precisione 17700 - la maggior parte dei quali serbi, romeni, moldavi e albanesi. Un dato in flessione - 3% in meno - rispetto al passato, segno che il capoluogo, a causa della crisi, non è più un'isola felice. A livello provinciale si contano 92mila stranieri su un totale regionale di 511mila. I musulmani sono almeno 15mila. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino