Auto di lusso: studentessa finisce in balia di una banda di ladri sinti

Auto di lusso: studentessa finisce in balia di una banda di ladri sinti
PORDENONE - Studentessa universitaria finisce in balia di una banda sinti specializzata in truffe per la vendita di auto di lusso e alla fine 4 persone residenti in provincia...

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PORDENONE - Studentessa universitaria finisce in balia di una banda sinti specializzata in truffe per la vendita di auto di lusso e alla fine 4 persone residenti in provincia di Pordenone e nel Veneto vengono arrestate dai carabinieri della stazione di Ancona Brecce Bianche. 


L’operazione è nata dalla denuncia per sequestro di persona ed estorsione presentata il 3 febbraio scorso da una studentessa universitaria di Ancona che aveva riferito ai militari dell'Arma di essere stata obbligata da alcune persone a versare sul proprio conto corrente postale un assegno di 26mila euro, risultato successivamente provento di una truffa ai danni di una persona residente a Schio. Contro la sua volontà, a provvista ottenuta, la ragazza doveva riscuotere la somma versata alla presenza di alcuni componenti della banda criminale. 

Agganciata da due donne - I carabinieri hanno iniziato i servizi di osservazione e di controllo vicino alla casa della studentessa. Grazie a queste attività e alle intercettazioni telefoniche, i carabinieri hanno avuto modo di verificare che la ragazza, dopo essere uscita nel primo pomeriggio dalla sua casa, era stata "agganciata" da due donne: C.M., di 39 anni, e P.I.C., di 32 anni, di origini sinti. Queste ultime, dopo averla trattenuta in un bar del centro di Ancona, l'avevano accompagnata nell’ufficio postale, sempre di Ancona, per cercare di incassare la somma.  

L'incasso non era riuscito - L'incasso non era riuscito e le due sinti, a quel punto, avevano costretto la ragazza ad andare nell’abitazione di una di loro. Qui, nel corso della serata, sarebbero giunti gli altri componenti della banda, tali “Marco” e “Giorgio”, che avevano tentato di "definire", con violenza, la questione del mancato prelievo del denaro. 

L'arresto - Per evitare reazioni violente nei confronti della studentessa, i carabinieri sono intervenuti immediatamente arrestando le due donne. Le indagini hanno poi accertato che l’assegno circolare di 26mila euro versato sul conto corrente della studentessa universitaria era stato clonato e riconducibile a una truffa ai danni di una persona di Schio (Vicenza). Questa ultima, a seguito di una compravendita di un’autovettura di grossa cilindrata, aveva inviato al "venditore", tramite WhatsApp, la foto dell’assegno circolare, riprodotto e poi versato sul conto corrente postale della studentessa di Ancona. 

I provvedimenti di cattura 
Così, mercoledì scorso, 21 marzo, in provincia di Pordenone, i carabinieri della stazione di Ancona Brecce Bianche, insieme ai colleghi delle stazioni di Prata di Pordenone e di Azzano Decimo, hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del tribunale di Ancona nei confronti degli altri componenti della banda: "Marco" e "Giorgio" sono stati individuati in B.S., 28 anni, residente a Pasiano di Pordenone, e Z.S., di 28 anni, residente a Pravisdomini. Il provvedimento di cattura, emesso per i reati di estorsione, sequestro di persona a scopo di estorsione e truffa, conclude l'attività investigativa avviata dopo l’arresto di C.M. e della P.I.C.

Il giro d'affari sporco

Gli sviluppi investigativi, ricostruiti dai carabinieri di Ancona, comandata dal capitano Fabio Ibba, hanno accertato altre 6 truffe consumate sul territorio nazionale e hanno permesso alla banda composta da sinti di ottenere profitti per oltre 150.000 euro. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino