L'Antitrust Ue ha deciso di infliggere una maximulta da 110 milioni di euro a Facebook per aver fornito informazioni fuorvianti nel momento dell'acquisto di Whatsapp. Nel...
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«Abbiamo agito in buona fede sin dalle nostre prime interazioni con la Commissione Ue e abbiamo cercato di fornire informazioni accurate ogni volta», ha detto un portavoce, «Gli errori che abbiamo fatto nel 2014 non erano intenzionali e la Commissione ha confermato che non avevano impatto sull'esito dell'analisi della fusione», ha aggiunto il portavoce, sottolineando che «l'annuncio di oggi porta a conclusione la questione».
La Commissione spiega che il regolamento sulle concentrazioni obbliga le imprese sotto inchiesta a fornire informazioni esatte e non devianti e tale obbligo si applica indipendentemente dal fatto di sapere se tali informazioni hanno un'incidenza sul risultato finale della valutazione dell'Antitrust. «La decisione di oggi manda un messaggio forte alle imprese mostrando che devono rispettare tutti gli aspetti del regolamento Ue sulle concentrazioni compreso l'obbligo sulle informazioni: la multa a Facebook è proporzionata e dissuasiva», ha dichiarato la commissaria alla concorrenza Margrethe Vestager. Quando tre anni fa Facebook notificò l'acquisizione di WhatsApp a Bruxelles, informò la Concorrenza che non sarebbe stata in grado di stabilire in modo affidabile l'associazione automatica tra i conti degli utilizzatori di Facebook e quelli di WtahtsApp, indicando questa situazione nel formulario di notifica e in una risposta specifica a una richiesta di ulteriori informazioni da parte della Commissione. Nell'agosto 2016WhatsApp ha annunciato l'aggiornamento delle condizioni generali di utilizzo e della sua politica di confidenzialità, compresa la possibilità di associare i numeri di telefono degli utilizzatori di WhatsApp ai profili degli utilizzatori di Facebook.
Lo scorso dicembre la Commissione ha inviato a Facebook una comunicazioni di rilievi esponendo una serie di preoccupazioni. Contrariatemente a quanto dichiarato dalla società nel 2014, la possibilità tecnica di associare le identità degli utilizzatori di Facebook e di WhatsApp esistevano già allora e i dipendenti di Facevook ne erano già al corrente. La decisione di oggi non ha alcuna incidenza sul via libera della Commissione all'acquisizione, dato che era fondata su una serie di elementi che andavano al di là della questione dell'associazione automatica degli utenti. La Commissione aveva effettuato in quel momento una valutazione fondata sull'ipotesi di una associazione automatica. In ogn caso Bruxelles considera che le informazioni inesatte o devianti fornite da Facebook non hanno inciso sulla decisione di autorizzazione. Inoltre, indica l'Antitrust europeo, «la decisione sulla multa non è legata a procedure nazionali antitrust in corso nè a problemi di rispetto della vita privati, della protezione dei dati o della protezione dei consumatori che rischiano di porsi in seguito all'aggiornamento, previsto lo scorso agosto, delle condizioni generali di utilizzato e della politica di confidenzialità di WhatsApp».
Sulla base delle regole Ue, la Commissione può infliggere multe fino all'1% del giro d'affari annuale.
Il Gazzettino